Cronaca internazionale

"Spiano Pechino": il mistero delle navi drone Usa

I mezzi inviati da Washington al largo del Giappone dovrebbero servire a testare le capacità di sorveglianza e attacco della Marina Usa contro la flotta della Cina

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Tra le acque del Pacifico occidentale sono stati rilevati due prototipi di navi drone statunitensi. I mezzi inviati dagli Usa al largo del Giappone, nel loro primo dispiegamento nell'area, dovrebbero servire a testare le capacità di sorveglianza e attacco della Marina americana contro la flotta della Cina. Gli USV Mariner e Ranger e lo staff Unmanned Surface Vessel Division ONE (USVDIV-1) hanno da poco toccato Yokosuka, nella prefettura di Kanagawa, dopo aver lasciato la California il mese scorso e navigato verso le Hawaii, come parte di un ampio programma di test per la futura flotta USV di Washington.

Le navi Usa nel Pacifico

Il comandante della Marina degli Stati Uniti, Jeremiah Daley, ha affermato che le navi di superficie senza pilota che operano autonomamente potrebbero sostituire navi più grandi come i cacciatorpedinieri. “Ad esempio, un cacciatorpediniere e due USV potrebbero sostituire tre cacciatorpediniere. È un moltiplicatore di forza”, ha detto l'alto funzionario, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.

Daley ha fornito queste indicazioni lo scorso giovedì, a bordo della nave di superficie senza equipaggio Ranger, una nave lunga 190 piedi originariamente progettata per l'industria petrolifera. Il mezzo era attraccato presso il porto di Yokosuka, vicino a Tokyo, sede della Settima Flotta americana. Sebbene attualmente non trasporti missili, può trasportarli e lanciarli in moduli caricati sulla sua sezione posteriore a pianale.

La flotta fantasma di Washington

Scendendo nei dettagli, la Ranger e altre cinque navi americane senza pilota fanno parte di un progetto noto come Ghost Fleet Overlord, nato nel 2018 e volto ad integrare le operazioni autonome nella Marina Usa. I sostenitori del programma affermano che tali navi potrebbero operare in modo relativamente economico all’interno del raggio di fuoco nemico, consentendo a quelle con equipaggio di rimanere più lontane.

Nell’esercito statunitense sono in corso sforzi per sviluppare nuove strategie per eventuali conflitti nel Pacifico occidentale, come ad esempio una possibile guerra per Taiwan. La Marina sta ancora sperimentando veicoli di superficie senza pilota, anche se la loro potenziale potenza è stata dimostrata in Ucraina, dove le navi d’attacco con droni si sono dimostrate efficaci nel contrastare la più potente marina russa.

La strategia degli Stati Uniti

In un progetto noto come Task Force 59, gli Stati Uniti hanno schierato piccole imbarcazioni droni di sorveglianza in Medio Oriente per monitorare la marina iraniana in coordinamento con paesi come Arabia Saudita e Israele. Le sei navi americane della divisione Unmanned Surface Vessel sono più grandi e dispongono di sensori più sofisticati rispetto ai semplici droni utilizzati in Medio Oriente.

Spesso hanno ancora l'equipaggio. La Ranger sopra citata aveva a bordo 16 marinai durante il suo transito verso il Giappone, intenti ad analizzare la nave e raccogliere dati.

In ogni caso, mezzi del genere operativi nel Pacifico dovrebbero (e potrebbero) effettivamente servire per mettere nel mirino la Cina.

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