Il durissimo scontro diplomatico in corso tra Cina e Giappone sta facendo volare nei sondaggi Takaichi Sanae. La popolarità della premier nipponica continua infatti a crescere negli stessi giorni in cui il suo governo è alle prese con nuova pressioni economiche interne e, soprattutto, con un aspro scontro internazionale con il Dragone. È infatti successo che il governo cinese ha convocato l'ambasciatore giapponese a Pechino, Kenji Kanasugi, e chiesto a Takaichi di ritrattare le sue recenti dichiarazioni sul potenziale coinvolgimento militare di Tokyo in caso di un'emergenza a Taiwan. Non solo: il governo cinese ha consigliato ai propri cittadini di astenersi dal recarsi in Giappone nel prossimo futuro, citando come giustificazione a tale raccomandazione attacchi contro i cinesi nel Paese e quelle che ha definito ''dichiarazioni errate'' di Takaichi in merito a Taipei.
L'exploit di Takaichi Sanae
Un simile contesto incendiario non sembra stia creando particolari problemi a Takaichi Sanae, che anzi vola nei sondaggi e nelle preferenze politiche. Un'indagine della agenzia Kyodo, per esempio, ha rilevato un tasso di approvazione sul conto della signora del 69,9%, in aumento di 5,5 punti rispetto alla rilevazione realizzata a fine ottobre, subito dopo l'insediamento della leader conservatrice.
Questa tendenza è stata confermata anche da un sondaggio del giornale progressista Asahi Shimbun, che ha assegnato al governo in carica un gradimento del 69%, a fronte di un livello di disapprovazione intorno al 17%. Alla base del sostegno figurano soprattutto le attese per le misure anti-inflazione: il 69,6% degli intervistati afferma di "nutrire speranze" nei confronti del piano di Takaichi, orientato a un'espansione fiscale definita "responsabile".
L'esecutivo sta infatti finalizzando un pacchetto di stimolo superiore ai 17 mila miliardi di yen (95 miliardi di euro), da finanziare anche tramite un possibile aumento dell'emissione di titoli di Stato. Nello specifico sul fronte della sicurezza il 60,4% degli intervistati sostiene un incremento della spesa per la difesa e quasi la metà (48,8%) appoggia l'eventuale esercizio del diritto di autodifesa collettiva in caso di crisi nello Stretto di Taiwan. Proprio una dichiarazione della premier su Taiwan, secondo cui un'emergenza nell'isola potrebbe configurare una "situazione di minaccia per la sopravvivenza del Giappone", ha alimentato un nuovo scontro diplomatico con la Cina.
Le tensioni tra Giappone e Cina
Certo, non mancano le pressioni sul fronte economico, dopo i dati ufficiali pubblicati che mostrano una contrazione del Pil giapponese nel secondo trimestre fiscale, oltre a una crescita anemica dei consumi, riflettendo il rialzo del costo della vita e in generale il rallentamento delle esportazioni, a causa dei dazi Usa sul commercio. L'eventuale diminuzione dei turisti cinesi non aiuterà la ausa di Tokyo. Ed è per questo che, al netto di tutto, il Giappone cercherà di risolvere le tensioni con la Cina.
Come ha spiegato il Japan Times, infatti, il governo nipponico ha inviato un alto funzionario a Pechino per effettuare colloqui diplomatici volti a spiegare le recenti dichiarazioni di Takaichi su Taiwan. Masaaki Kanai, direttore generale dell'Ufficio per gli affari asiatici e oceanici del Ministero degli Esteri, incontrerà Liu Jinsong, direttore generale del Dipartimento per gli affari asiatici del Ministero degli Esteri cinese, e proverà a risolvere la disputa.
"Gli annunci (cinesi ndr) sono incompatibili con una 'relazione reciprocamente vantaggiosa basata su interessi strategici comuni' e con l'instaurazione di una relazione stabile e costruttiva tra i due Paesi", ha tuttavia affermato il capo di gabinetto nipponico Minoru Kihara, aggiungendo che Tokyo sta chiedendo alla parte cinese "azioni appropriate" non specificate.
Nel frattempo il Giappone ha reso noto oggi un episodio avvenuto pochi giorni fa. Nello specifico, lo scorso 15 novembre Tokyo ha fatto decollare dei caccia dopo il sospetto avvistamento di un drone cinese vicino a Taiwan. Secondo il ministero della Difesa nipponico "un veicolo aereo senza pilota, ritenuto di origine cinese, è stato confermato in volo tra l'isola di Yonaguni e Taiwan", il punto più meridionale dell'arcipelago.
La Japan Air Self-Defense Force ha quindi fatto decollare i propri caccia
dal comando di difesa aerea seguendo i protocolli di risposta a violazioni o minacce percepite nello spazio aereo. L'episodio sarebbe avvenuto poche ore dopo le parole della premier Takaichi sullo stato dell'isola autonoma.