
Pochi giorni dopo che Kim Jong Un ha riaperto le porte del dialogo diplomatico con gli Stati Uniti e mentre il presidente sudcoreano, Lee Jae Myung, continua a predicare la politica di de escalation con Pyongyang, ecco che da Seoul arriva un allarme preoccupante. Secondo Chung Dong Young, ministro dell'Unificazione della Corea del Sud, la Corea del Nord possiederebbe fino a 2.000 kg di uranio altamente arricchito grazie agli sforzi decisi per espandere "drasticamente" le sue capacità nucleari negli ultimi anni. Questa stima, resa pubblica nel corso di una conferenza stampa, è basata su dati pubblici di esperti. Ecco che cosa sappiamo.
L'allarme sulla Corea del Nord
"È urgente uno stop. Anche in questo preciso momento, le centrifughe per l'uranio in quattro aree del Nord sono in funzione per accumulare materiale nucleare", ha dichiarato Chung. La Corea del Nord, in sostanza, gestirebbe un totale di quattro impianti di arricchimento dell'uranio, come hanno più volte ipotizzato numerose valutazioni esterne secondo le quali Pyongyang sarebbe in possesso di diversi impianti atomici segreti, oltre al noto sito vicino alla capitale.
Se i dati diramati da Chung dovessero essere confermati, la situazione sarebbe ben diversa rispetto a quella descritta soltanto qualche anno fa. Nel 2018, infatti, alcuni studiosi della Stanford University, tra cui il fisico nucleare Siegfried Hecker, che aveva precedentemente visitato il complesso di Yongbyon, dichiaravano che il Nord era in possesso di circa 250-500 chilogrammi di uranio altamente arricchito, sufficienti per 25-30 dispositivi nucleari.
"Le agenzie di intelligence stimano che le scorte di uranio altamente arricchito della Corea del Nord, puro oltre il 90%, raggiungano i 2.000 kg", ha aggiunto Chung, per il quale "solo cinque o sei kg di plutonio sono sufficienti per costruire una singola bomba nucleare". I 2.000 kg di uranio altamente arricchito, che potrebbero essere riservati del tutto alla produzione di plutonio, sarebbero "sufficienti per realizzare un numero enorme di testate atomiche", ha proseguito il ministro.
L'importanza dei colloqui
Da questo punto di vista la notizia rilanciata da Chung dovrebbe spingere Corea del Sud e Stati Uniti ad impegnarsi il prima possibile con i colloqui con Kim. La ripresa Nord-Usa sarebbe una "svolta" rispetto allo stallo per denuclearizzare Pyongyang, da tempo accreditata del possesso di una quantità "significativa" di uranio altamente arricchito utile per produrre diverse testate nucleari. Chung ha notato che "fermare lo sviluppo nucleare del Nord è una questione urgente", ma ha sostenuto che le sanzioni non saranno efficaci e che l'unica soluzione risiede in un vertice tra Pyongyang e Washington.
Dal canto suo, il leader nordcoreano Kim Jong Un ha dichiarato di essere aperto ai colloqui con gli Usa, a condizione che non sia messo in discussione il suo arsenale nucleare.
Pyongyang, che ha condotto il suo primo test nucleare nel 2006 ed è sottoposta a una serie di sanzioni Onu per i suoi programmi di armi vietate, non ha mai divulgato pubblicamente i dettagli del suo impianto di arricchimento dell'uranio fino allo scorso settembre.