
Sono clamorose le rivelazioni che il maggiordomo di Jeffrey Epstein ha affidato in un'intervista esclusiva pubblicata dal quotidiano britannico Telegraph. Valdson Vieira Cotrin ha infatti deciso di parlare per la prima volta del miliardario pedofilo americano che si è tolto la vita sei anni fa esatti, condividendo anche alcune foto inedite di lui: la prima è a fianco di Epstein, più paffuto del solito, ma sorridente poco prima che venisse arrestato per la seconda volta e si suicidasse in carcere a New York, mentre l'altra è con Bill Clinton, a bordo del "Lolita Express", ovvero il tanto chiacchierato jet privato dello stesso imprenditore newyorkese, che nel frattempo fu condannato per gestire traffici sessuali di minorenni per molti anni insieme alla sua compagna, Ghislaine Maxwell.
Cotrin, che per Epstein ricopriva a Parigi anche i ruoli di autista e cuoco, prima di tutto racconta il suo ex capo "non può esserci suicidato in galera. Non l'ho creduto neanche per un istante". Perché questa sua convinzione? "Amava troppo la vita. Su questo la penso come suo fratello Mark. Epstein era rilassato, intendeva negoziare con il giudice per ottenere la libertà su cauzione e parlava di nuovi investimenti nelle sue isole e di passare più tempo a Parigi - dichiara l'ex maggiordomo -. Il 6 luglio 2019, l'ho accompagnato all'aeroporto di Le Bourget per imbarcarsi per New York. Era un sabato, perché il lunedì successivo avrebbe dovuto comparire davanti al giudice per tutte queste accuse".
Ed è così che Jeffrey Epstein sarebbe stato poi arrestato una volta atterrato negli Stati Uniti d'America: infine il suicidio, all'età di 66 anni, avvenuto il successivo 10 agosto. "Quel giorno abbiamo ricevuto la notizia che si era impiccato - prosegue Cotrin - ma, sinceramente, amava troppo la vita per andarsene in quel modo". Proprio recentemente il dipartimento di Giustizia Usa ha rilasciato quasi undici ore di video di sorveglianza dall'esterno della cella di Epstein nel Manhattan Metropolitan Correctional Center. Tuttavia c'è un minuto importantissimo – dalle ore 23:58:58 a mezzanotte – che risulta mancante. Un fatto che ha ulteriormente alimentato le teorie del complotto secondo le quali Epstein sarebbe stato ucciso per farlo tacere.
Cotrin ha gestito per quasi vent'anni la residenza di Epstein a Parigi, dove in genere il pedofilo trascorreva qualche notte non più di una volta al mese. Si trattava di un appartamento enorme (quasi mille metri quadrata), con vista Arco di Trionfo, otto stanze da letto, sala massaggi e palestra. E tra l'altro il maggiordomo ha anche sottolineato che il principe Andrea fosse un assiduo ospite dell'abitazione francese di Epstein, accompagnato sempre da guardie del corpo della famiglia reale, quindi pagate dai contribuenti britannici. Addirittura, ricorda Cotrin, una volta il fratello di re Carlo, pesantemente implicato nello scandalo Epstein, "fece visita a Jeffrey insieme a un fotografo britannico, David Hamilton, noto per scattare foto di ragazze nude e accusato di aver avuto rapporti sessuali con una tredicenne”. Hamilton si suiciderà poi nel 2016.
Viene tirata in ballo tra l'altro Virgina Roberts Giuffre, la grande accusatrice di Andrea anche lei suicidatasi lo scorso mese maggio nella sua fattoria in Australia. Ma lei non si sarebbe tolto la vita: "Secondo me si tratta di un omicidio mascherato”, anche se il maggiordomo non ha offerto ulteriori particolari o dimostrazioni. E poi ancora: "Qualche giorno dopo la vittoria elettorale di Donald Trump nel novembre 2016, Jeffrey mi disse che il tycoon gli avrebbe offerto di entrare nella sua amministrazione - dice Cotrin -. Ma Jeffrey rifiutò: lui era un uomo libero, non avrebbe mai potuto accettare un lavoro del genere". Trump ha sempre sostenuto di avere interrotto ogni legame personale con Epstein nel 2004, dopo una lite per motivi di affari.
Infine, la figura di Ghislaine Maxwell, che era quella "che dava gli ordini nella casa di Epstein", smentendo così la difesa dell'imprenditrice inglese che si basa sul presupposto che la donna avesse un ruolo marginale nei crimini deò suo ex compagno.
Cotrin mette a disposizione anche una foto di due bloc-notes di Epstein e Maxwell: il primo contiene nome del pedofilo, mentre il secondo è griffato "Lady Ghislaine", esattamente come il nome dello yacht di suo padre, il celebre editore britannico Robert Maxwell. Anche quest'ultimo è morto in circostanze misteriose, dopo essere caduto nel 1991 proprio dalla sua barca battezzata "Ghislaine", in onore della sua figlia preferita.