Purghe e nuovi generali: cosa c'è dietro le strane mosse di Xi

Xi Jinping starebbe ridefinendo le regole del potere in Cina, lasciando posti vacanti nel Politburo per testare lealtà e consolidare il controllo personale sulla leadership

Purghe e nuovi generali: cosa c'è dietro le strane mosse di Xi
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Nelle ultime settimane si sono verificati alcuni eventi particolarmente rilevanti per la Cina. Al di là del vertice APEC andato in scena a Seoul e del vis a vis tra Xi Jinping e Donald Trump, vale la pena tornare a ottobre e accendere i riflettori sul quarto plenum del Partito Comunista Cinese, ossia un importante incontro politico interno che ha coinvolto la leadership del Paese asiatico. Dopo un anno di epurazioni e sanzioni disciplinari che hanno toccato alti e altissimi funzionari, in molti si aspettavano che Xi sfruttasse l'occasione per ripristinare un senso di ordine. Certo, il Plenum ha colmato i posti vacanti nel Comitato Centrale del PCC, un organo rilevante nell'organigramma istituzionale cinese, ma non è stato fatto altrettanto per il Politburo. L'allontanamento del generale He Weidong da quest'ultimo, infatti, non è stato rimpiazzato da alcun sostituto lasciando un posto vacante in seno al vertice decisionale del Partito. Il messaggio di Xi è chiaro: lo status politico dei membri di rilievo e le nuove nomine non sono più automaticamente collegati.

La nuova strategia di Xi

C'è chi sostiene che un Politburo più piccolo diventerà la nuova normalità cinese e chi, invece, sottolinea come certe pratiche del passato, come i posti garantiti per gli alti vertici militari e i pensionamenti basati sull'età, potrebbero essere finite sotto revisione da parte di Xi. Il risultato è che i vertici del potere politico cinese stanno cambiando forma, assetto, organizzazione. Secondo CNA, lo stesso Xi Jinping si starebbe muovendo verso questa direzione per verificare la lealtà di ogni singolo quadro prima di concedergli un pieno avanzamento di status.

Basta dare un'occhiata alla situazione del generale Zhang Shengmin, chiamato a sostituire He Weidong come vicepresidente della Commissione Militare Centrale, ma non a ricoprire l'altra carica precedentemente posseduta dall'alto funzionario purgato in seno al Politburo. Cosa significa? Semplice: che il generale Zhang è stato promosso a una delle posizioni militari più influenti della Cina, con enormi responsabilità e un maggiore riconoscimento per la sua attività di sradicamento della corruzione all'interno dell'Esercito Popolare di Liberazione, pur senza avere ruoli rilevanti nell'apparato disciplinare del Partito. La sua giurisdizione appare dunque più limitata rispetto ai suoi predecessori.

Fiducia e nuove regole non scritte

Questo nuovo schema di esclusione dei seggi del Politburo è evidente anche nella parte civile del Partito. Facciamo un altro esempio: Chen Xiaojiang è stato nominato Segretario del Partito dello Xinjiang e sembrava un candidato probabile per essere inserito nel Politburo, visto che ogni capo del partito dello Xinjiang dall'inizio degli anni 2000 ha ricoperto tale carica. Tuttavia, anche il Quarto Plenum si è concluso senza la sua promozione. Ecco, potremmo trovarci di fronte ad un'altra dimostrazione del tentativo di Xi di ''sdoppiare'' il potere tra alti funzionari e Politburo.

I posti vacanti del Politburo non vengono più coperti secondo le norme precedenti e le nomine non sono più in linea con lo status politico. Detto altrimenti, lo status dei funzionari è provvisorio e sospeso finché non vengono dimostrate lealtà e prestazioni sul campo. I ritardi mantengono i quadri incerti, acuiscono gli incentivi e negano a qualsiasi fazione la possibilità di acquisire slancio. CNA scrive che la lealtà politica a Xi è ormai solo un bisogno fondamentale per la sopravvivenza nella politica d'élite cinese, e che quello che conta davvero adessp è la capacità di ottenere risultati che favoriscano il suo programma.

Insomma, con l'avvicinarsi del 21esimo Congresso del Partito nel 2027, queste deviazioni dalle norme

consolidate segnalano che Xi Jinping sta presumibilmente riscrivendo le regole della politica cinese, lasciando la struttura, la composizione e le convenzioni della leadership più incerte ma anche più sotto il suo controllo.

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