Resta invariato il bilancio della sparatoria avvenuta ieri pomeriggio alla Brown University, prestigioso ateneo della Ivy League: due studenti uccisi e almeno nove feriti da colpi d’arma da fuoco, mentre prosegue senza esito la caccia all’uomo responsabile dell’attacco. Nessun arresto è stato annunciato nelle ultime ore, confermano le autorità statunitensi. Sei feriti, secondo quanto riferisce la Cnn, sono in condizioni critiche ma stabili, mentre uno è in condizioni critiche. Due pazienti sono in condizioni stabili.
Una persona sospettata sarebbe in custodia cautelare in relazione alla sparatoria. Una troupe della Cnn ha, infatti, assistito a una intensa attività di polizia durante la notte in un hotel nella zona di Providence, Rhode Island, che le forze dell'ordine presenti sulla scena hanno dichiarato essere "collegata" alla sparatoria. L'ordine di restare a casa in vigore in gran parte del campus dopo la sparatoria è stato revocato. Gli investigatori continuano a raccogliere prove e a condurre interrogatori, ma al momento non stanno cercando altre persone in relazione alla sparatoria, ha affermato il capo della polizia, il colonnello Oscar Perez.
Il killer aveva una maschera sul viso e un fucile. Lo racconta al New York Times Joseph Oduro, 21 anni, uno studente del quarto anno. La lezione era quasi terminata e gli studenti stavano per andarsene. "All'improvviso, abbiamo sentito degli spari e delle urla nel corridoio", ha riferito. Circa tre secondi dopo - ha aggiunto - un uomo è entrato in classe e ha iniziato a sparare. L'uomo ha urlato qualcosa che, a detta di Oduro, era incomprensibile.
L'arresto è avvenuto in un hotel Hampton Inn a Coventry, a circa 32 chilometri da Providence. Secondo un funzionario delle forze dell'ordine, l'uomo ha sparato più di 40 proiettili da 9 mm. I funzionari dell'università hanno annullato tutte le lezioni, gli esami, le tesine e i progetti per il resto del semestre autunnale e hanno detto agli studenti che erano liberi di andarsene. Coloro che rimangono nel campus avranno accesso a servizi e assistenza, ha assicurato il rettore Francis Doyle in una nota.
L’attacco è avvenuto all’interno di un’aula del Barus & Holley Building, edificio che ospita la School of Engineering e il dipartimento di fisica, mentre erano in corso gli esami finali di progettazione ingegneristica. Il complesso, di sette piani, comprende oltre cento laboratori, decine di aule e uffici amministrativi. Secondo quanto riferito dalle autorità cittadine, le porte esterne dell’edificio erano sbloccate, mentre le aule utilizzate per gli esami richiedevano l’accesso tramite badge elettronico.
La presidente della Brown University, Christina Paxson, ha dichiarato che le due vittime decedute erano studenti dell’ateneo. Altri nove studenti sono rimasti feriti dai colpi d’arma da fuoco, mentre una ulteriore persona è stata colpita da frammenti. Tutti sono stati trasportati al Rhode Island Hospital: uno dei feriti è in condizioni critiche, sei sono stati ricoverati in terapia intensiva ma risultano stabili, altri due sono in condizioni definite non gravi.
Subito dopo la sparatoria è scattata una massiccia operazione di sicurezza, con circa 400 agenti delle forze dell’ordine dispiegati tra campus universitario, quartieri residenziali adiacenti e centro cittadino. L’ordine di shelter-in-place ha costretto studenti e residenti a rimanere chiusi negli edifici per ore, trasformando una delle zone più frequentate della capitale del Rhode Island in un’area deserta e silenziosa. "Il cuore della comunità di Brown è spezzato, e quello di Providence lo è insieme al suo", ha dichiarato il sindaco Brett Smiley, invitando i residenti a non rientrare nelle proprie abitazioni fino alla revoca delle misure di sicurezza. Le strade, solitamente animate nel fine settimana, sono rimaste chiuse e pattugliate fino a tarda notte.
La polizia di Providence ha diffuso un breve video di sorveglianza che mostra il sospetto mentre si allontana con passo calmo dall’edificio di ingegneria in direzione di Hope Street. L’uomo, vestito di nero, è ripreso solo di spalle e il volto non è visibile. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, potrebbe aver indossato una maschera mimetica grigia. Il vice capo della polizia Timothy O’Hara ha spiegato che il sospetto sarebbe un uomo sulla trentina, ma non è stato chiarito se sia uno studente dell’università. Gli investigatori ritengono che l’arma utilizzata fosse una pistola.
Decine le testimonianze raccolte tra studenti e ricercatori. Alcuni hanno raccontato di aver spento le luci nei laboratori e di essersi nascosti sotto i banchi, seguendo le istruzioni di emergenza ricevute via alert. Altri sono stati evacuati da agenti in assetto tattico, condotti fuori dagli edifici con le mani alzate e trasferiti in una palestra del campus, dove hanno atteso per ore. Molti sono arrivati senza giacche o effetti personali, avendo lasciato tutto nelle aule o nei dormitori.
Il governatore democratico del Rhode Island, Dan McKee, ha assicurato che tutte le risorse disponibili sono state messe in campo per individuare il responsabile. L’episodio ha riacceso l’attenzione nazionale sulla violenza armata negli Stati Uniti, anche alla luce del fatto che il Rhode Island è uno degli Stati con le leggi tra le più restrittive in materia di armi da fuoco.
L'FBI ha lanciato un sito di suggerimenti in cui i cittadini possono inviare prove fotografiche e video in loro possesso del sospettato della sparatoria alla Brown University, ancora in libertà. La polizia di Providence ha anche attivato un numero telefonico a cui le persone possono inviare segnalazioni.
"Abbiamo condiviso un'immagine dell'individuo che riteniamo essere l'autore della sparatoria, ma sappiamo che non c'era un'inquadratura nitida del volto", ha dichiarato il sindaco di Providence, Brett Smiley, in una conferenza stampa ieri sera.