Cronaca internazionale

"Uccideremo Trump": il piano dei pasdaran per eliminare il tycoon

I Pasdaran sperano di poter uccidere l'ex presidente americano Donald Trump per vendicare la morte di Qasem Soleimani, il capo della Forza Quds liquidato dagli Usa nel 2020

"Uccideremo Trump": il piano dei pasdaran per eliminare il tycoon
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"Speriamo di poter uccidere Trump, Pompeo e McKenzie, così come i responsabili militari che diedero l'ordine di ammazzare Soleimani". L'Iran ha ufficialmente messo nel mirino l'ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, l'ex segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, e il capo del comando centrale delle truppe Usa in Medio Oriente, Kenneth McKenzie. L'obiettivo dei Pasdaran, i Guardiani della Rivoluzione iraniani, sarebbe quello di vendicare la morte di Qasem Soleimani, il capo della Forza Quds liquidato con un attacco aereo di drone il 3 gennaio 2020 a Baghdad.

Obiettivo Trump

Il generale Amirali Hajizade, che comanda l'aeronautica dei Guardiani della Rivoluzione, ha dichiarato alla tv di Stato che i Pasdaran intendono vendicare Soleimani. Alla morte di Soleimani, infatti, Trump dichiarò di avere ordinato lui stesso l'uccisione in risposta a un certo numero di attacchi condotti contro gli interessi americani in Iraq. Cinque giorni dopo, l'Iran replicò lanciando missili su una base aerea statunitense in Iraq senza provocare vittime ma numerosi feriti.

"Ormai siamo in grado di colpire i navigli americani a distanza di duemila chilometri" con i missili, ha aggiunto Hajizade. Non bastassero le minacce di Teheran contro Trump, i programmi missilistici della repubblica islamica destano inquietudine in Occidente. Nelle ultime ore la tv di stato ha diffuso immagini relative ai lanci del nuovo missile da crociera Paveh, che ha una gittata di 1.650 chilometri.

L'uccisione di Soleimani

Ricordiamo che gli Stati Uniti uccisero il potente comandante dell'élite Quds Force iraniana in un attacco aereo che ha coinvolse due veicoli presso l'aeroporto internazionale di Baghdad nelle prime ore del mattino del 3 gennaio del 2020.

Donald Trump, all'epoca in carica, twittò dopo la missione andata a buon fine che Soleimani aveva "ucciso o ferito gravemente migliaia di americani per un lungo periodo di tempo, e stava complottando per ucciderne molti altri... ma è stato catturato!". Il presidente statunitense lo incolpò "direttamente e indirettamente" per la morte di "milioni di persone, compreso il recente gran numero ... di manifestanti uccisi nello stesso Iran".

Mike Pompeo affermò invece a Fox News che l'attacco aereo era "lecito" e che "il rischio di non fare nulla riguardo all'Iran era enorme". Gli Stati Uniti non "cercheranno la guerra con l'Iran", spiegò il segretario Usa, ammonendo però che non sarebbero restati "a guardare mentre le vite americane venivano messe a rischio".

Le minacce dell'Iran

Il leader supremo iraniano Ayatollah Ali Khamenei minacciò subito "gravi ritorsioni" contro i "criminali" che uccisero Soleimani, il cui profilo pubblico era cresciuto negli ultimi dieci anni mentre Teheran combatteva al fianco delle truppe siriane e irachene per respingere le forze antigovernative come lo Stati islamico in entrambi i paesi.

Khamenei dichiarò tre giorni di lutto nazionale. La televisione di stato sostenne che l'attacco statunitense uccise altre 10 persone oltre al bersaglio designato, cinque delle quali si dice fossero membri del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC).

Oggi il generale Hajizade ha promesso che l'Iran vendicherà Soleimani.

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