Cronaca locale

"Detriti e rifiuti". Le minacce per l'estate nel mare della Riviera romagnola

L'enorme quantità di detriti e rifiuti che si trovano sulle strade e terreni alluvionati con tutta probabilità finirà in mare: ecco i rischi e le rassicurazioni per la stagione in Riviera romagnola

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L'Emilia-Romagna continua a far i conti con i disastri provocati dall'alluvione con una situazione che fa molta fatica a tornare alla normalità. Nonostante i romagnoli si siano già da tempo rimboccati le maniche, i timori per l'imminente stagione estiva nella Riviera romagnola ci sono eccome. Che fine farà tutta l'acqua che deve essere ancora smaltita, trasformatasi in parte in fango, e che al suo interno contiene rifiuti, detriti, sostanze chimiche e sostanze reflue? Se per la popolazione è scattata la possibilità di vaccinarsi contro il tetano, il pericolo concreto è che tutto ciò che rimane dell'alluvione possa finire, irrimediabilmente, in mare.

Quali sono i rischi

"Da qualche parte tutta questa acqua dovrà pur ritornare", ha dichiarato il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, al Messaggero. Quel che suona sinistro è proprio il "qualche parte" con un chiaro riferimento ai canali e ai fiumi da cui l'acqua è straripata: i canali e i fiumi, come sappiamo, sfociano in mare ed ecco che la vera minaccia per l'avvio della stagione non sono tanto le strutture da ricostruire ma cosa potrebbero trovare i bagnanti. La conferma a questa situazione l'ha data al quotidiano anche il sindaco Sant'Agata sul Santerno, Enea Emiliani, con il fiume Santerno che ha rotto gli argini allagando tutto il paese. Dal momento che gli spurghi possono essere sversati in fogna, nei canali e nei fiumi grazie a un provvedimento della Regione - ha dichiarato- quello che è stato aspirato dalle idrovore finirà con tutta probabilità in mare".

La situazione di Conselice

Come abbiamo visto sul Giornale, uno dei Comuni più colpiti del Ravennate, Conselice, è ancora sott'acqua con strade allagate e l'ordinanza per la popolazione di lasciare le proprie abitazioni. Tutta l'acqua stagnante viene lentamente risucchiata dalle idrovore ma al suo interno il rischio è che possa contenere dannosi liquami e carcasse. Il problema maggiore riguarda l'acqua trasportata dal Destra Reno e dal Santerno che sfociano sulla Riviera della provincia di Ravenna. La situazione è sempre sotto controllo ma è pur sempre molto delicata e di difficile interpretazione nel breve termine.

Le rassicurazioni sulla stagione estiva

Le rassicurazioni, però, sono arrivate dal mondo politico come ha dichiarato nelle scorse ore la ministra del Turismo, Daniela Santanchè. "Le coste sono salve da quello che è stato e quindi dobbiamo assolutamente dare un'immagine positiva, perché, come si è visto, l'Emilia-Romagna è pronta per ospitare". Le ha fatto eco il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. "Visto che tanti ci stanno cercando per chiedere come dare una mano, ecco: venite in vacanza, ci sono tutte le condizioni", aggiungendo che la partenza di "una formidabile stagione ha bisogno di essere comunicata".

Cosa succede con i depuratori

Al di là di quello che finirà, inevitabilmente, su fiumi e corsi d'acqua, che ne sarà di tutto il fango accumulato sulle strade e sui rifiuti che vengono accumulati da cittadini e soccorritori con le strade trasformate in mini-discariche? Le migliaia di tonnellate, secondo un'ordinanza regionale, ha stabilito che gli organi che si occupano dei depuratori di acque reflue che riversano i fanghi su impianti e terreni dovranno individuare "appositi siti di stoccaggio, ancorché non autorizzati, dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane".

La strada è in salita ma l'ottimismo, in Riviera, non manca.

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