La gaffe del gip. Nega i domiciliari al trapper, ma cita una condanna che non c'è

Solamente il prossimo 26 gennaio il giudice dovrà decidere se rendere esecutiva la richiesta del pm e condannare alla pena di quattro anni di carcere Baby Gang. L'avvocato del cantante: "Siamo al paradosso"

La gaffe del gip. Nega i domiciliari al trapper, ma cita una condanna che non c'è

Gaffe del giudice per le indagini preliminari Guido Salvini nel provvedimento con cui nega gli arresti domiciliari per il trapper Baby Gang. “L’artista ha subito già una condanna in primo grado per rapina”, ha sottolineato il magistrato per avvalorare la sua decisione. Peccato, però, che di quel processo a cui si fa riferimento non ci sono tracce, ovvero, non è stato ancora fatto. Una situazione paradossale quella del trapper 21enne, il quale resta in carcere per dei precedenti penali che devono ancora essere accertati. Solamente il prossimo 26 gennaio, come riporta il Corriere della Sera, il gup di Milano Anna Magelli dovrà decidere se rendere esecutiva la richiesta del pubblico ministero Leonardo Lesti e condannare alla pena di quattro anni di carcere Baby Gang, presunto responsabile di due rapine effettuate nel 2021.

L'avvocato: "Siamo al paradosso"

"Siamo al paradosso. Non solo il giudice fa riferimento a una condanna che non c'è mai stata, ma per quella rapina il mio assistito è stato scarcerato dal tribunale del Riesame per mancanza di indizi", ha detto l'avvocato Niccolò Vecchioni che si è visto, nei giorni scorsi, respingere la richiesta di scarcerazione con modifica della misura dal carcere ai domiciliari.

La decisione del gip

In un altro passaggio del provvedimento del giudice Salvini si legge anche che l’uso di cannabinoidi in questo caso non è "qualificabile come dipendenza in senso stretto ma piuttosto espressione di uno stile di vita" comune "all'enorme maggioranza di coloro che fanno parte del mondo dei trapper o frequentano luoghi di incontro come corso Como" e allo stesso modo il "consumo di alcol" è "uso voluttuario" per "momenti di incontro o di esibizione musicale". Ciò ha contribuito a rendere ancora più solida la decisione di respingere la richiesta degli arresti domiciliari dell’indagato, finito in carcere lo scorso ottobre, assieme ad altri tra cui il rapper Simba la Rue (ora ai domiciliari), per la sparatoria avvenuta tra il 2 e il 3 luglio in via di Tocqueville, vicino corso Como, zona della movida milanese, durante la quale due senegalesi sono stati gambizzati. Il legale del giovane aveva chiesto che fosse collocato ai domiciliari presso una comunità per"affrontare i problemi relativi all'abuso di sostanze".

"Personalità narcisistica e antisociale"

Dalla casa circondariale di Monza, fa sapere il giudice, "non è stata segnalata dall'interessato alcun consumo problematico di sostanze psicotrope né al momento l'ingresso in carcere né nel corso della detenzione successiva. Anche la relazione psichiatrica in data 10 gennaio 2023 allegata alla comunicazione del carcere non segnala peraltro alcun elemento psicopatologiche di rilievo, se non un profilo di personalità, peraltro facilmente percepibile, di tipo antisociale e narcisistico".

Non sono quindi "evidenti situazioni che impongono la collocazione dell'imputato in una comunità ma piuttosto rileva che Zaccaria, pur in giovanissima età, ha per scelta rifiutato qualsiasi rispetto delle regole della vita sociale anche sfruttando tale scelta in termini di successo personale".

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