Vicofaro, così il "prete dei migranti" sfida legge e buon senso

Il Comitato dei residenti per Vicofaro punta il dito contro la manifestazione di solidarietà che sarebbe stata organizzata da don Massimo Biancalani per protestare contro lo sgombero della chiesa, nonostante sia in atto lo "screening sanitario" a seguito del caso di tubercolosi riscontrato di recente

La manifestazione di solidarietà a Vicofaro
La manifestazione di solidarietà a Vicofaro
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A Vicofaro, nelle scorse ore, sarebbe andata in scena una manifestazione di solidarietà propiziata da don Massimo Biancalani. Un modo per opporsi all'ordinanza di sgombero dei locali della parrocchia di Santa Maria Maggiore (nei quali a quanto pare vivevano oltre 150 migranti sino a qualche giorno fa, ndr) firmata dal sindaco di Pistoia, a seguito della "persistenza delle problematiche igienico-sanitarie già più volte evidenziate, con aggravamento delle stesse" emerse nel corso di un sopralluogo di Asl. Ma un'iniziativa del genere, nell'area in cui stazionava anche il giovane migrante ricoverato di recente nel reparto malattie infettive dell'ospedale San Jacopo e nella quale Ausl Toscana Centro sta effettuando lo "screening sanitario" annunciato la scorsa settimana, non rappresenta un rischio? Ed è legale organizzarla in un contesto del genere? Questo è quel che si chiedono i membri del Comitato residenti per Vicofaro, a seguito del raduno che si sarebbe tenuto ieri nei pressi della chiesa.

Una manifestazione solidaristica celebrata dal "prete dei migranti", che avrebbe fatto registrare a loro dire pochissime adesioni in termini di presenze. Ma non è questo il punto: il comitato della frazione pistoiese ha puntato il dito contro il tempismo dell'iniziativa, concretizzatasi in un periodo in cui l'azienda sanitaria non ha ancora comunicato l'esito di tutti i controlli volti ad accertare (ed eventualmente a circoscrivere) un potenziale focolaio di tubercolosi. "Ci risulta che sia stata celebrata in chiesa una manifestazione di solidarietà, alla quale hanno preso parte pochissime persone venute peraltro da fuori quartiere - il commento del comitato - ma noi ci chiediamo: la legge non vieta raduni di persone in luoghi chiusi, nel corso di controlli sanitari emanati per possibile epidemia di tubercolosi?". Stando a quanto riportato poi dal quotidiano La Nazione, i più recenti risultati del test di Mantoux somministrati ai giovani stranieri e agli operatori della struttura di don Massimo hanno evidenziato tre negativi e un positivo.

Quest'ultima persona è stata poi accompagnata in ospedale, dove si è sottoposta alla Rx che ha dato esito negativo. Intanto, sabato scorso, i sanitari hanno effettuato altri cinque test sugli ospiti del centro, la cui lettura sarà effettuata con tutta probabilità entro il primo pomeriggio di mercoledì prossimo. Don Biancalani ha fatto sapere che Vicofaro non costituisce a suo avviso un allarme dal punto di vista sanitario, in quanto nessun altro ospite della struttura presenterebbe i sintomi della malattia (e sarebbe stato lui stesso a far ricoverare il giovane che il mese scorso contrasse la tubercolosi).

Ma il Comitato si era detto testimone delle difficoltà riscontrate dagli operatori sanitari nell'effettuare i test, in quanto quasi tutti gli ospiti della

comunità del parroco si sarebbero allontanati volontariamente dalla chiesa. E sullo sfondo resta sempre lo sgombero, che non potrà però essere attuato fino a quando non sarà risolta la "questione sanitaria". A Vicofaro, insomma, si prospettano giorni roventi.

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