Cronaca locale

Niente taser, buonismo e pochi presidi: ecco tutte le colpe di Sala

Niente taser alla polizia locale, carenza di telecamere di sicurezza, accoglienza indiscriminata e pochi presidi: così Sala ha reso Milano la città più insicura d'Italia

Tutte le colpe di Sala sulla mancata sicurezza

La brutale aggressione di lunedì pomeriggio, in pieno giorno, nei pressi della stazione Centrale di Milano deve obbligare a soffermarsi per una riflessione. Il sindaco Beppe Sala deve rendersi conto che i milanesi, i cittadini verso i quali lui ha delle responsabilità, non si sentono più sicuri, c'è paura a uscire: "Potevo esserci io". Questo è il sentimento più diffuso, perché chiunque poteva trovarsi al posto delle due donne rapinate o dei due uomini che, per andare in loro soccorso, sono stati accoltellati. Ormai, l'area intorno alla stazione Centrale è terra di nessuno. O meglio, è territorio delle bande di extracomunitari, irregolari e spesso con precedenti. L'aggressore di ieri, per esempio, è un marocchino di 23 anni, irregolare in Italia, con precedenti per scippo.

Ed è solo una piccolissima parte dell'esercito di stranieri che, oltre a non aver alcun diritto per restare nel nostro Paese, delinquono quotidianamente. Questo è anche responsabilità della politica di accoglienza indiscriminata della quale è un così grande sostenitore proprio il sindaco Sala. Il risultato è quello che, ogni giorno, è sotto gli occhi di tutti: il piazzale antistante l'edificio ferroviario obbliga a gimcane tra sbandati e spacciatori, si rischia di finire coinvolti in risse con armi da taglio o di essere derubati di cellulari, orologi e quant'altro. In centro città la situazione non è migliore e i turisti iniziano a sentire un certo disagio quando passeggiano per Milano. Ma niente sembra smuovere Beppe Sala, che non solo non cerca di porre un freno a questa ondata di criminalità incontrollata ma non prevede nemmeno dei presidi nelle aree più sensibili.

Ha annunciato nuovi 500 agenti della polizia locale entro il 2025 ma nel frattempo, quelli che già sono in servizio, non vengono preposti adeguatamente al pattugliamento del territorio. Si delega tutto alle forze dell'ordine dello Stato, che devono però già far fronte a un enorme carico di lavoro sul territorio. La situazione a Milano è compromessa in termini di sicurezza e da Palazzo Marino non sembra esserci la volontà di mettere un freno. Non è in previsione nemmeno l'installazione di nuove telecamere di sicurezza per garantire un controllo ancora più capillare e non esistono previsioni certe nemmeno per la riorganizzazione del corpo di polizia locale: aggiungere nuovi agenti non è sufficiente quando esiste una frammentazione tale che elimina di fatto risorse dal territorio, lasciandone ampie porzioni sguarnite.

E quegli agenti che oggi si trovano a presidiare la città lo fanno spesso con una dotazione scarsa e non adeguata alle fattispecie che si trovano ad affrontare. Addirittura da Palazzo Marino si storce il naso per il taser alla polizia locale. Se a tutto questo si aggiunge la riduzione dei militari dell'operazione "Strade sicure" dell'esercito, allora è evidente che a Milano il problema esiste ed è grave.

Forse si è anche già superata la linea di non ritorno, come dimostra quanto accaduto ieri, in pieno giorno, in una delle zone più frequentate della città.

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