Cronaca locale

"Ma quale umiliazione?". Il preside replica agli studenti sospesi del Carducci

Dopo le proteste degli autori dei cartonati di Meloni e Valditara a testa in giù arriva la pronta replica del dirigente scolastico del Carducci: "Non siamo mica in Corea del Nord"

"Ma quale umiliazione?". Il preside replica agli studenti sospesi del Carducci

Prosegue l'incredibile diatriba sulle punizioni inflitte a quegli studenti del liceo Carducci di Milano che avevano raffigurato poco meno di un mese fa Giorgia Meloni e Giuseppe Valditara appesi a testa in giù. Dopo la decisione dei dieci giorni di sospensione e 18 ore suddivise in educazione civica e attività socialmente utili, il collettivo della scuola Mille Papaveri Rossi aveva parlato di un clima "umiliante" e denunciato "una scuola che insegna a punire, a deridere e ad isolare". Il preside Andrea Di Mario ha puntualmente replicato al comunicato dei collettivi.

"Sono state scritte falsità - ha dichiarato con fermezza il dirigente dell'istituto -. L'idea dei ragazzi umiliati pubblicamente non sta né in cielo né in terra. Non ci sono state umiliazioni, non siamo in una scuola della Corea del Nord. Di fronte a questa montagna di bugie io voglio mantenere il mio stile". Non solo: ma Di Mario aggiungere di essere "disgustato" e di non intendere "rispondere ad accuse anonime. Perché di fatto si tratta di questo, visto che il volantino è firmato solo dal collettivo".

Si ignorano le "umiliazioni" subite dagli studenti del Carducci

Lo stesso preside del Carducci aveva prontamente preso le distanze da quel tipo di protesta in cui era apparso anche lo striscione che recitava: "Ma quale merito, la vostra è solo violenza". Di Mario, lo scorso 4 marzo, rispose: "Il Carducci è anche una scuola di politica, qui gli studenti hanno la possibilità di apprendere a praticare il culto della rappresentanza, del confronto, anche alla pari fra docenti e studenti. La politica è passione, coraggio, rispetto assoluto, ma soprattutto preparazione, capacità di informarsi e argomentare".

Tuttavia, quello che risultato notevolmente assurdo sull'intera vicenda sono stati i racconti delle presunte "umiliazioni" subite. Secondo quanto infatti denunciava il collettivo, una studentessa sarebbe stata "costretta" a trasportare componenti di vecchi computer a mano per due rampe di scale e a spostare vecchie mattonelle e sacchi della spazzatura. Inoltre, gli studenti sarebbero stati impegnati anche nella pittura dei muri della scuola.

Elementi per i quali risulta assai complicato verificare dove possa sussistere il clima di "umiliazione". Sul passaggio, poi, relativo alla "scuola che insegna a punire", qualcuno potrebbe anche replicare che finalmente c'è una scuola che sanziona, punisce e mette in riga. In altri tempi, oltre la sospensione, gli studenti avrebbero rischiato anche la bocciatura.

In questo caso, quindi, gli alunni coinvolti potrebbero anche considerarsi fortunati.

Commenti