Interni

"Rischio collasso". Caos sanità nella regione rossa: la Lega chiama gli ispettori ministeriali

"Situazione d'emergenza, si rischia la paralisi". Nella regione guidata da Bonaccini, la Lega chiede l'intervento del ministro Schillaci. "Crisi progressiva, hanno politicizzato il sistema sanitario"

"Rischio collasso". Caos sanità nella regione rossa: la Lega chiama gli ispettori ministeriali

La situazione è allarmante. Pare che il paziente, ormai provato da una generale condizione di sofferenza, rischi addirittura la paralisi. Occorre dunque una terapia d'urto. Ad invocarla a gran voce è stata la Lega, preoccupata per lo stato di salute del degente in questione: il sistema sanitario in Emilia-Romagna. In una nota diramata nelle scorse ore, alcuni parlamentari del Carroccio hanno denunciato la "situazione d'emergenza" in cui vertere la sanità pubblica nella regione governata da Stefano Bonaccini. I deputati salviniani, anche sulla base di alcune segnalazioni, hanno quindi chiesto al ministro della Salute, Orazio Schillaci, di intervenire presto e valutare l’invio degli ispettori ministeriali.

"Rischio paralisi". Il caos della sanità in Emilia Romagna

"La situazione è a rischio paralisi: i sindacati segnalano da tempo gravi problemi organizzativi, dovuti alla carenza di personale, con ricadute sui pazienti e, soprattutto, sulle attività di Pronto soccorso. I cittadini lamentano anche ritardi nelle prenotazioni", si legge in un comunicato firmato dai parlamentari leghisti Elena Murelli, capogruppo in commissione Sanità al Senato, Laura Cavandoli e Davide Bergamini. Nella nota dai toni preoccupati si fa riferimento anche alla "spinosa questione" sollevata dagli organi di stampa a seguito delle dichiarazioni dell'ex direttore generale dell’assessorato alla Sanità. Quest'ultimo, infatti, avrebbe denunciato gravi mancanze nella gestione delle risorse sanitarie da parte delle aziende regionali. Sulla vicenda sarebbe intervenuta anche Anac.

Una riforma per "salvare il sistema"

Quella sollevata dalla Lega è quindi una richiesta di chiarimenti destinata a scuotere i vertici regionali di centrosinistra e a raggiungere i palazzi ministeriali. Nelle scorse settimane gli assessori regionali Paolo Calvano (Bilancio) e Raffaele Donini (Politiche per la salute) avevano presentato i conti della sanità emiliano-romagnola annunciando: "Siamo arrivati al pareggio di bilancio e rispondiamo così a chi aveva dubbi". Al contempo, Donini aveva anche lasciato trasparire tutta la complessità della situazione auspicando un riforma necessaria a "salvare il sistema". Ben più emergenziale e compromessa, invece, la condizione denunciata dal Carroccio e portata all'attenzione di Schillaci.

La denuncia della Lega: "Hanno politicizzato il sistema sanitario"

"Con un deficit in bilancio, che nel solo 2022 ha superato gli 800 milioni di euro, il servizio sanitario nella nostra regione è in una condizione di emergenza, che non può essere più ricondotta alla pandemia. La Regione è ampiamente a conoscenza di queste criticità, già sollevate dal nostro gruppo consiliare, ma finora non ha mosso un dito", hanno comunicato i parlamentari leghisti, dicendosi costretti a chiedere l'intervento del ministero "a fronte di una situazione ormai a rischio collasso". La medesima linea è stata condivisa dal deputato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, che da anni denuncia la "crisi progressiva del sistema sanitario romagnolo grazie a una gestione verticistica, velleitaria e a dir poco infelice dell’Area Vasta". Certamente - ha polemizzato l'esponente del Carroccio - "tutto dipende dalla testa, ovvero da un assessorato regionale che ha politicizzato il sistema sanitario, perdendo di vista la centralità delle persone".

La preoccupazione dei sindacati

Il nodo dunque è politico solo fino a un certo punto: di mezzo ci sono i servizi ai cittadini. A inizio marzo, a Bologna erano scesi in piazza anche i sindacati per esprimere la loro "grande preoccupazione" sulla sanità regionale. Le sigle sindacali, nell'occasione, avevano denunciato le "mancate risposte per il riconoscimento delle risorse necessarie", sollevando il controverso tema dell'organico a disposizione nelle strutture. "La Regione ha deciso sin dalla fine del 2022 di bloccare il turnover, quindi non garantire le sostituzioni alle persone che vanno in pensione, si dimettono o si trasferiscono in altre realtà, così assistiamo non a un potenziamento, ma a una contrazione degli organici che sono poi necessari a garantire le prestazioni diagnostiche e specialistiche sul territorio", aveva lamentato Paolo Palmarini, segretario regionale Uil-Fpl.

La giunta guidata da Stefano Bonaccini prosegue il suo lavoro per far fronte alle criticità, intanto la Lega intende presidiare da vicino la questione marcando a vista l'azione politica del centrosinistra. "Ringrazio i parlamentari per l'attenzione rivolta al territorio.

Stiamo vivendo una situazione sanitaria molto delicata e sicuramente vanno approfondite bene le cause di queste problematiche", ha commentato Matteo Rancan, capogruppo in consiglio regionale e commissario Lega Emilia.

Commenti