A Firenze è andata in scena nelle scorse ore una protesta davanti al Liceo Michelangiolo, teatro nei giorni scorsi della violenta rissa fra gli studenti di sinistra e quelli di Azione Universitaria. A Bologna, più o meno in contemporanea, i Collettivi comunisti che occupavano abusivamente gli spazi dell'Università hanno manifestato per l'ennesima volta contro il rettorato e le forze dell'ordine e non sono mancati momenti di tensione. Il mondo universitario sembra più che mai in fermento, in questo periodo. Quanto avvenuto nel capoluogo toscano ha avuto ampia risonanza e martedì si è svolta per le vie cittadine una manifestazione che ha visto i partecipanti paventare addirittura il rischio di un ritorno del fascismo, per quanto della colluttazione avvenuta lo scorso 18 febbraio esistono testimonianze che parlano di una precedente aggressione ai danni di Azione Universitaria portata avanti proprio dagli studenti dei collettivi.
Un corteo nel corso del quale, stando a quanto riportato dal quotidiano La Nazione, sarebbero partiti anche cori contro il sindaco di centrosinistra Dario Nardella e le istituzioni, accusati di non aver garantito l'incolumità dei liceali. Avvenimenti che hanno evidentemente catalizzato l'attenzione sulla città toscana, distogliendola da quanto nello stesso periodo di tempo avveniva ad una novantina di chilometri di distanza. Già, perchè stando a quanto riportato dalle cronache emiliane, qualche giorno fa la polizia ha sequestrato gli spazi dell'Università di Bologna e gli alloggi da tempo occupati in maniera abusiva da esponenti dei collettivi studenteschi. E i diretti interessati non l'avrebbero presa benissimo, cercando lo scontro con gli agenti e rivolgendo parole di fuoco al rettore. Le rimostranze stanno peraltro proseguendo e proprio per il pomeriggio di domani il CUA Bologna ha indetto un nuovo sit in Piazza Scaravilli.
Per due motivi, sulla base di quanto spiegato dagli stessi antagonisti in un nota pubblicata sui social: da un lato chiedono il dissequestro delle aule e degli appartamenti dei quali lo stessi si erano letteralmente impossessati senza averne diritto (impedendone l'utilizzo ad altri universitari, secondo quanto ipotizzano gli inquirenti). Dall'altro, vorrebbero la revoca dei dodici provvedimenti cautelari (consistenti in due divieti di dimora e dieci obblighi di firma) disposti nei confronti di altrettanti attivisti, accusati di aver occupato nei mesi scorsi altri alloggi e di aver appeso a testa in giù un manichino raffigurante il presidente del consiglio Giorgia Meloni (lo scorso novembre).
"Ci siamo presi gli spazi di via Zamboni e li abbiamo riempiti di controcultura - il pensiero del Collettivo Universitario su Facebook - abbiamo occupato l'università contro la repressione, contro le misure cautelari e contro il sequestro degli spazi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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