Sala ricatta Milano: "O il glicine o il Museo della Resistenza"

Prosegue il dibattito sulla pianta rampicante di piazzale Baiamonti, difesa da ambientalisti e volti di spicco della città. Arriva l’aut aut del sindaco: "Ognuno si prenderà le sue responsabilità"

Sala ricatta Milano: "O il glicine o il Museo della Resistenza"
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È sempre più accesa la battaglia tra Anpi e ambientalisti sul glicine centenario di piazzale Baiamonti di Milano, con la sinistra nel caos più totale. La bellissima pianta rampicante dovrebbe essere sacrificata per lasciare spazio al Museo della Resistenza, ma molti milanesi sono scesi in campo per chiedere la modifica del progetto. In palese difficoltà e travolto dagli eventi, il sindaco Beppe Sala ha finalmente preso la parola. Un intervento per proporre una soluzione? No, un semplice ricatto.

La mossa di Beppe Sala

“Si sta vedendo come si può cercare di salvare il glicine ma il problema come sempre è di costi. Se si dovesse andare verso un costo eccessivo a quel punto vediamo cosa fare, non è un obbligo per Milano fare il Museo della Resistenza, per me però sarebbe un grandissimo peccato che si rinunci”, le parole del primo cittadino. Ma non è tutto, Sala ha aggiunto: “Se l'opinione pubblica e l'opinione che si sta muovendo attorno al glicine lo considera più importante del Museo, e se spostare il glicine è costosissimo, allora vorrà dire che rinunceremo al Museo della Resistenza”. Una minaccia mascherata, semplicemente. E un con altro passaggio agita ancor di più le acque:"È chiaro che però poi ognuno si prenderà le sue responsabilità".

Il dibattito sul glicine

L’intervento di Sala è tutt’altro che risolutivo, nel classico stile ponziopilatesco, gettando ulteriore benzina sul fuoco. Come anticipato, gli ambientalisti stanno portando avanti la battaglia per salvaguardare il glicine con il sostegno di diversi volti noti. Da Stefano "Elio" Belisari a Giovanni Storti, passando per il milanese imbruttito Germano Lanzoni. L’ultimo in ordine di tempo è stato Fabio Volo: "Mi unisco anche io a tutte queste persone e a tutti i milanesi che non vogliono assolutamente che venga tagliato questo glicine, non tagliamo questo glicine vi prego".

In un video pubblicato sui suoi profili social, l'attore e scrittore ha tenuto a rimarcare: "Sembra una cosa piccola rispetto a dei grandi progetti ma a Milano ce lo siamo mangiati così il verde, con un marciapiede, con una stradina, con un piccolo appartamento, un garage e ce ne è rimasto pochissimo. Ma quello non è solo verde è anche colore ed è anche storia, per favore non tagliatelo".

Già 50 mila milanesi hanno firmato la petizione per salvare il gigante viola, ormai diventato un simbolo della città, messo a repentaglio dalla solita pervicacia dell’Anpi, più interessata all’ideologia e ai soliti diktat che al resto.

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