Cronaca locale

"La sfilata delle devianze". L'ultima trovata delle femministe contro la Meloni

Dopo le minacce al presidente del consiglio Giorgia Meloni, il Laboratorio Cybilla di Bologna lancia "La sfilata delle devianze": sfileranno nelle vie dello shopping impedendo ai cittadini di fare acquisti per protestare contro il governo

Una delle proteste delle femministe bolognesi
Una delle proteste delle femministe bolognesi

Il mese scorso appesero a testa in giù un manichino che rappresentava il presidente del consiglio Giorgia Meloni. Pochi giorni dopo, indirizzarono un messaggio al premier, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, facendo loro presente di non essere i benvenuti a Bologna. E le femministe del Laboratorio Cybilla hanno organizzato per dopodomani una nuova iniziativa: la "sfilata delle devianze", ossia una passerella improvvisata nelle vie bolognesi dello shopping di lusso per impedire ai cittadini di effettuare acquisti natalizi costosi. E per protestare di nuovo contro un governo che faticano evidentemente ad accettare (a dispetto dei voti ottenuti dal centrodestra alle elezioni dello scorso settembre) visto che la loro attenzione è tornata sulla revisione del reddito di cittadinanza.

"Noi siamo stanche che lo scintillio debba appartenere sempre a qualcun altro. Siamo stanche di sentirci dire che non ci meritiamo il desiderio, perché ancora non ci siamo fatte sfruttare abbastanza. Siamo stanche di essere escluse dalla possibilità di vita degna, anzi di vita più che degna: bella. Siamo stanche che la ricchezza appartenga sempre a qualcun altro, che mentre a noi viene tolto il reddito di cittadinanza (magra, minima, insufficiente e contraddittoria misura che ha espresso però una seppur piccola possibilità di autodeterminazione e autonomia) c’è chi può spendere per una borsetta i soldi che basterebbero a pagarci mesi di affitto. Siamo stanche che le nostre vite vengano aggredite, spossessate della possibilità di desiderare, intanto che il mondo circostante continua a fluire ai ritmi battenti dello shopping natalizio - il pensiero del collettivo femminista, espresso in una nota su Facebook nella quale hanno confermato l'intenzione di "occupare" il centro storico - blocchiamo il normale pomeriggio di shopping nei negozi del lusso sfrenato. Blocchiamo quel simbolo di sfruttamento e appropriazione, simbolo della nostra esclusione da questo sistema.

Siamo le povere, le precarie, le sfruttate, ma non abbiamo alcuna intenzione di rimanere dove questa società ci ha collocate.

Imbrigliate in un presente che disciplina ogni possibilità di desiderare, rifiutiamo le briglie, rifiutiamo l’attesa, rifiutiamo la violenza della nostra povertà sulla possibilità di immaginare nelle nostre vite, rifiutiamo la violenza dello sguardo eterocispatriarcale sui nostri corpi, ci affermiamo come le mostruose, le difformi, le indisciplinabili, con tutta la nostra favolosa e disturbante presenza esattamente dove la nostra povertà, alienità, marginalità sono il motivo del rifiuto: opponiamo al rifiuto lussuoso, ricco e capitalista una scintillante ribellione, prendiamo possesso dei luoghi che ci sono negati, appropriamoci del lusso, apriamo crepe nella significazione di quegli spazi".

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