"Sporcizia, incendi, gabbiani: fatemi scappare". Verdone demolisce la Roma di Gualtieri

L'attore e regista romano doc si sfoga pubblicamente sulle condizioni disastrose della sua amata città: tra rifiuti, cantieri e inciviltà di molti cittadini e turisti

"Sporcizia, incendi, gabbiani: fatemi scappare". Verdone demolisce la Roma di Gualtieri
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La città di Roma è sempre pù invivibile anche tra gli abitanti più famosi e rappresentativi. Dopo quasi tre anni la gestione del sindaco Roberto Gualtieri è a dir poco disastrosa e fallimentare e anche per un romano doc come Carlo Verdone (non certo con simpatie di destra) la situazione è diventata insostenibile sotto tutti i punti di vista, tanto da fargli seriamente riflettere di scappare via dalla Capitale almeno due o tre volte a settimana: "Non è un problema solo mio, conosco tanti amici che stanno valutando concretamente di andarsene da Roma", rivela in un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano. L'attore e regista spiega che non si tratta di considerazioni dettate dal momento: "Il caldo rende ancora più invivibile una città così complicata. Ma il declino di questa città non è stagionale, è costante".

Tantissimi sono gli elementi che lo hanno portato a farlo arrivare a sfiorare questa idea. Si parte dalla pessima circolazione urbana, ora aggravata da roghi e cantieri: "Quando c'è stato l'incendio di Monte Mario ero lì vicino, stavo lavorando in piazzale Clodio – racconta Verdone -. Ho provato a tornare a casa, ma tutte le strade erano chiuse per far passare i pompieri e la polizia. Ero pure in scooter, in teoria doveva essere più semplice venirne fuori, invece sono finito incastrato in una specie di bolgia infernale: come mi muovevo trovavo una strada chiusa. Ero ostaggio, non riuscivo più a tornare a casa. Ho girato in via Ottaviano, pensavo di salvarmi, non l'avessi mai fatto: un cantiere, altra strada chiusa. Ho scoperto che a Roma ci si può ancora perdere alla mia età".

Il problema dei cantieri riguarda più che altro le tempistiche: "Siamo nel 2024: le cose andavano fatte molto, molto prima". E ancora: "Il problema è che abbiamo tutti paura che i cantieri si possano allungare oltre misura. Allora no, diventerebbe l'ennesimo guaio. Siamo abituati a un sistema burocratico spaventoso: si rompe un arco, una galleria, arrivano le transenne, ti sequestrano una strada e non sai quando te la ridanno. Entrano in ballo una, due, tre soprintendenze". Verdone ricorda poi che qualche anno fa un fulmine colpì la statua di Garibaldi al Gianicolo: "Non so quanti anni ci sono voluti per rimetterla a posto, per tutto quel tempo lì non si poteva più girare una scena".

Si arriva poi ad approfondire il concetto di Roma come "il bagno a cielo aperto di un autogrill" pronunciata da lui di recente: "Ho sollevato il problema dei gabinetti pubblici, che è sotto gli occhi di tutti. Provi ad affacciarsi per una ventina di minuti da Ponte Garibaldi o da Ponte Sisto, vedrà qualcuno che si cala i pantaloni e lascia un bel ricordo. Glielo garantisco al cento per cento. Mica solo pipì, eh, pure qualche regalo più sostanzioso". In tutto questo i rifiuti per strada e la mancanza di senso civico fanno il resto: "Dalla mia finestra vedo ragazzi, ubriaconi (romani e turisti) che si nascondono dietro macchine, statue, alberi. Ogni volta che torni a casa, ti devi controllare le suole delle scarpe. È indecoroso, impensabile per le capitali europee 'normali'". E quindi l'esortazione alla giunta di centrosinistra: "Cara amministrazione, che ci vuole a mettere dei vespasiani?".

Gualtieri, nel frattempo, ha installato in città nuovi cestini dei rifiuti in vista del Giubileo, che però hanno provocato polemiche a non finire sia per la loro inutilità sia per gli attacchi dei gabbiani. "Bisogna porre rimedio – sentenzia Verdone -. Pure il gabbiano è il risultato di una città sporca. Ci sono sempre stati, ma un numero così incredibile non l'avevamo mai visto. E poi i piccioni. Nel nostro condominio non sappiamo più come fare: non vogliamo ammazzarli, poveracci, ma arrivano in gruppo, dieci alla volta, non hanno più paura di nulla; stanno massacrando i nostri balconi. Roma è sporca da troppo tempo e questa è la conseguenza".

La verità è che come ti giri "non vedi più una strada normale. Non c'è un centimetro di muro che sia stato risparmiato". Questo perché, conclude, "quando una casa è trascurata, invece, ognuno si sente in diritto di trattarla male".

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