Migranti, don Biancalani indagato: ecco di cosa lo accusano

Le accuse di truffa e falso in atto pubblico: nel mirino della procura di Firenze quattro contratti di lavoro (ritenuti falsi) stipulati con altrettanti migranti ospiti di Vicofaro fra il 2019 e il 2020

Un primo piano di don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro
Un primo piano di don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro
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Prima l'ordinanza di sgombero dei locali della chiesa firmata dal sindaco di Pistoia, a seguito della "persistenza delle problematiche igienico-sanitarie già più volte evidenziate, con aggravamento delle stesse" emerse nel corso di un recente sopralluogo di Asl. Poi, il ricovero nel reparto malattie infettive dell'ospedale San Jacopo di un ospite della struttura d'accoglienza, che ha suggerito uno "screening sanitario" (ancora in corso) ad ospiti ed operatori. E nelle scorse ore, è arrivata anche la duplice accusa di truffa e falso in atto pubblico. A prescindere da come si evolveranno le questioni sopracitate, è facile immaginare che difficilmente don Massimo Biancalani serberà un ricordo felice di questi giorni. Tanto più che, nel giro di una settimana, la parrocchia di Vicofaro e l'esperienza di accoglienza che il parroco porta avanti da ormai un quinquennio sono tornate prepotentemente alla ribalta nazionale per molteplici motivi.

Le accuse mosse a don Biancalani

Gli ultimissimi sviluppi risalgono alle scorse ore: stando a quanto riportato dal quotidiano La Nazione, al "parroco dei migranti" è stato infatti notificato un atto di conclusione delle indagini da parte della procura di Firenze, che riguarderebbe falsi contratti di lavoro stipulati nei confronti di quattro persone straniere ospitate tra il 2019 e il 2020 nella parrocchia. A don Biancalani viene contestato il reato di truffa, perché gli investigatori ipotizzano che abbia firmato quegli accordi (ritenuti a quanto pare fittizi) al fine di ottenere (come poi è avvenuto) alcuni contributi da parte dell'Inps. Sempre secondo l'accusa, lo stesso parroco avrebbe utilizzato quei contratti nell'ambito di procedimenti giurisdizionali che si sono svolti presso il tribunale di Firenze. E sarebbero serviti per provvedimenti favorevoli per la permanenza di alcuni migranti sul territorio italiano. “Per quanto riguarda la nostra difesa - hanno spiegato i legali del parroco - abbiamo venti giorni di tempo per far conoscere le nostre opinioni. Probabilmente don Biancalani chiederà di essere ascoltato e sottoposto a interrogatorio: questo sarà un atto obbligatorio da parte della procura di Firenze”.

L'esito dei primi controlli sanitari

Procede intanto il monitoraggio sanitario a Vicofaro, con Ausl Toscana Centro che ha fornito i primi dati dei controlli. E nella nota diffusa ieri dall'azienda sanitaria, viene confermata l'ipotesi che portava al precedente caso sospetto di tubercolosi. “Sono stati effettuati 9 test Mantoux di cui 8 ad ospiti della struttura ed 1 ad un operatore. La lettura è prevista per il prossimo sabato 29 luglio - si legge nella nota di Ausl, riportata dalla stampa toscana - in precedenza, complessivamente, sono stati testati 40 soggetti: 31 ospiti e 9 operatori. Alla lettura si sono presentati 16 ospiti e 7 operatori, 8 ospiti sono risultati positivi. Al momento ha effettuato la radiografia uno solo dei positivi, con esito rx peraltro negativo. Stiamo procedendo con i diversi step previsti dallo screening per malattia tubercolare previsti dalla Delibera 677/2014”.

In un quadro del genere, don Massimo Biancalani ha attaccato anche i cittadini pistoiesi, accusandoli (nemmeno tanto velatamente) in un post sulla propria pagina Facebook di non aver sostenuto abbastanza l'esperienza di Vicofaro ("Il tutto nel sostanziale silenzio della città"). Si prospetta insomma una settimana impegnativa, nella frazione pistoiese.

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