
I “mi piace” della sua compagna non gli piacevano per nulla. E così ha scaricato su di lei la rabbia di uomo frustrato. Ieri la polizia di Tivoli lo ha arrestato con una sfilza di accuse: lesioni personali aggravate, atti persecutori, tentato omicidio/femminicidio, violenza privata e violazione di domicilio. L’indagato ha 39 anni e non tollerava che la fidanzata chattasse in rete: nulla di “proibito” ma solo banali contatti e “like” scambiati sui social in un gruppo di amici.
Ma questo era sufficiente all’uomo per riempirla di botte. Un pugno, uno schiaffo per ogni “like” ricevuto o lasciato dalla donna: questa “punizione” per quello che l’uomo considerava un “vizio” e una “mancanza di rispetto” nei suoi confronti. La cosa andava avanti da tempo. Finché la settimana scorsa la vittima delle aggressioni il si è presentata all'ospedale di Tivoli lamentando un forte di mal di testa, senza offrire inizialmente alcuna indicazione sulla sua origine. Il personale del pronto soccorso, rilevati ematomi e gonfiore sul volto della donna, ha attivato però il Codice Rosa, chiedendo l'intervento della polizia. E così, dopo alcune incertezze, la donna ha raccontato la verità: violenze patite dal fidanzato la notte precedente all’arrivo in ospedale. L'uomo era entrato da una finestra dell'abitazione della donna e la aveva sottoposta a un pestaggio colpendola per ogni “like” che aveva ricevuto in seguito alla pubblicazione su Instagram di una foto che la ritraeva in compagnia di conoscenti durante un incontro conviviale.
Da qui le minacce di morte con la scusa della gelosia. La scena descritta dalla donna e messa a verbale dagli inquirenti è drammatica: l’uomo entra dalla finestra dell’abitazione della compagna e inizia a colpirla selvaggiamente dopo aver controllato lo smartphone della donna: “Un colpo per ogni like” denuncia la vittima. Che dopo il pestaggio - scrivono i poliziotti - “veniva trascinata fuori casa perché l’aggressore doveva completare l'opera…”. La donna ha quindi tentato di rifugiarsi in un'abitazione vicina, ma l'indagato “l'afferrava con violenza e la trascinava verso la sua automobile”; le urla della vittima però hanno allertato una vicina che ha intimato all'uomo di fermarsi.