In carcere in Africa in condizioni estreme: l'incubo di un ingegnere italiano

Da quasi due anni un ingegnere di Fiuggi si trova recluso in un penitenziario in Costa d'Avorio in condizioni drammatiche. Nelle scorse ore ha deciso di attuare uno sciopero della fame in segno di protesta

Maurizio Cocco con la moglie
Maurizio Cocco con la moglie
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Si trova recluso da quasi due anni in un carcere della Costa d'Avorio, in una cella da condividere con quasi duecento detenuti, in condizioni igieniche precarie, costretto a vivere di stenti. Nelle scorse ore, in segno di protesta, ha iniziato uno sciopero della fame. Questo l'incubo che sta vivendo da tempo un ingegnere di Fiuggi, Maurizio Cocco, detenuto nel paese africano. Un uomo che, stando a quel che riporta il quotidiano Il Messaggero, pesa adesso solo 40 chilogrammi, è allo stremo delle forze e va avanti solo grazie al cibo e ai soldi che gli fanno avere i familiari. Questi ultimi nei giorni scorsi hanno indirizzato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, chiedendo un intervento.

Nel documento in questione, pubblicato dalla stampa pontina, si legge che la struttura ivoriana in cui è detenuto Cocco, a fronte di una capienza massima di 1500 detenuti, ne conterebbe invece 12mila. L'uomo si troverebbe addirittura a dover dividere una cella di 50 metri quadrati con circa duecento persone, con tutti i problemi che ne conseguono. "Amnesty International e USDOS hanno dato atto che le condizioni carcerarie sono estreme e pericolose - si legge - a causa di cibo insufficiente, sovraffollamento eccessivo, condizioni sanitarie inadeguate, infezioni virali e batteriche diffuse e sostanziale mancanza di cure mediche".

Riavvolgendo il nastro, l'uomo si trova dietro le sbarre dal giugno del 2022: era finito a processo con l'accusa di far parte di un'associazione dedita al narcotraffico ed al riciclaggio. E pur essendo stato prosciolto, è stato successivamente condannato dai magistrati ivoriani per frode fiscale.

Per questo motivo si trova da quasi un biennio in prigione, nonostante la difesa abbia fatto notare come a proposito di quest'ultima accusa non risulti agli atti del giudizio alcuna denuncia da parte dell'organo competente che attesti i fatti. I magistrati avrebbero inoltre fissato la cauzione per il suo rilascio ad una cifra equivalente ad oltre mezzo milione di euro. Secondo quel che riporta il sito FrosinoneToday Cocco avrebbe adesso deciso di iniziare uno sciopero della fame, per porre l'accento sulla situazione drammatica che sta vivendo.

Nelle prossime ore, grazie all'interessamento della Farnesina, dovrebbe intanto essere discussa presso l'ambasciata italiana ad Abidjan della domanda di libertà che l'uomo ha presentato tramite il proprio avvocato. Nei prossimi giorni potrebbero esserci ulteriori sviluppi.

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