
Le suole delle scarpe di Liliana Resinovich potrebbero aiutare a risolvere il mistero del suo omicidio? L’analisi delle suole è infatti uno dei 15 punti che la pm Ilaria Iozzi ha proposto al vaglio dell’incidente probatorio: quelle scarpe, nere e all’inglese, potrebbero chiarire dove la donna sia stata prima di morire.
Liliana Resinovich è scomparsa da Trieste la mattina del 14 dicembre 2021. Non aveva con sé i suoi smartphone, ed è stata ritrovata cadavere tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico giuliano. All’amico speciale Claudio Sterpin aveva detto che sarebbe passata da un negozio di telefonia, ma lì Resinovich non è mai arrivata. Tuttavia lo smartphone del vedovo Sebastiano Visintin, unico indagato per omicidio, avrebbe agganciato in mattinata proprio una cella telefonica nei pressi di quel negozio. E sempre di mattina non avrebbe generato traffico dati per circa 3 ore, fino a mezzogiorno circa.
L’ipotesi è che Visintin potrebbe aver “intercettato” la moglie prima che giungesse al negozio. O che Resinovich sia stata nel laboratorio in cui il vedovo arrotava i coltelli per arrotondare. Pare infatti che sulla scarpa sinistra della donna siano state trovate tracce di zirconio, una sostanza di cui aveva parlato Visintin a Quarto Grado, spiegando che usava “nastri in zirconio, che non so neanche cos’è”.
Le scarpe potrebbero inoltre contenere tracce della flora del roseto nei pressi del boschetto, roseto che ospita 6000 specie rare di piante da tutto il mondo. Pare infatti che sotto una scarpa ci sarebbe la bacca di una pianta a fiore. Inoltre nel roseto ci sono altre specificità che potrebbero essere rintracciate, come alcune pietre porose.
Ma il consulente di Visintin, l’ex generale dei Ris Luciano Garofano, non considera la presenza di zirconio sulle scarpe dirimente. “È un elemento non solo neutro ma insignificante. Dato l’uso che ne faceva Sebastiano, lo zirconio si è diffuso nell’ambiente del laboratorio e poi trasferito sulle proprie scarpe e indumenti, e infine in casa, sull’autovettura. Era talmente diffuso in quel momento che non ha nessun valore indiziario. È giusto fare approfondimenti, ma…”, ha chiosato Garofano a Quarto Grado.
Stando alla consulenza collegiale redatta dal team guidato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, Resinovich sarebbe morta il giorno stesso della scomparsa, aggredita e soffocata da qualcuno, che poi l’avrebbe condotta al boschetto entro
6 ore dall’omicidio. Tra gli elementi a supporto della consulenza la causa della morte, ovvero asfissia, emersa in entrambe le autopsie sulla donna, e le numerose lesioni, in particolare sul volto, riportate dalla donna.