"Terrificante". Quella buca diventata tomba di Saman

"Chi l'ha visto?" ha mostrato il luogo esatto dove è stato occultato quello che si crede sia il corpo di Saman Abbas

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"

Ci vogliono 5-6 minuti a piedi per andare dalla casa abitata dalla famiglia a Novellara al casolare abbandonato dov’è stato occultato il corpo di Saman Abbas. Sono solo 700 metri e le televisioni erano già state in quel luogo dove gli inquirenti sono certi si sia consumato qualcosa di terribile.

Chi l’ha visto? è tornata, dopo i servizi di maggio 2022 in cui già era stato esplorato, nel casolare abbandonato, mostrando nel dettaglio la buca in cui sono stati trovati i resti umani per cui si attende la certezza che siano di Saman. “Mentre lei stava parlando al telefono con Saqib, i cugini le stavano scavando la buca”, ha commentato il giornalista pakistano Ahmad Ejaz ospite in studio.

I prossimi passi

Gli esperti Dominic Salsarola e Cristina Cattaneo saranno al lavoro in queste due settimane per estrarre ciò che rimane della giovane che si era opposta al matrimonio forzato. L’avvocato dell’associazione Penelope Barbara Iannuccelli ha raccontato di aver provato sul luogo del ritrovamento “una sensazione terrificante”.

La dottoressa Cattaneo - ha raccontato la legale alla trasmissione di Rai 3 - ha voluto vedere e ha dato contezza dell’esistenza di un corpo nella buca. È veramente molto difficile però il recupero. Lei pensava fossero resti in un sacco, e invece il sacco non c’è. Per cui lei parla: al massimo sono 15 giorni. Quindi un recupero molto difficile e delicato, anche perché sopra, il tetto, è completamente pericolante. Mentre eravamo lì eravamo tutti in una condizione di pericolo. Io non lo so: speriamo bene, insomma. Venticinque anni di professione mi sono scivolati addosso: io una sensazione così brutta non l’ho mai provata in tutta la mia vita”.

Le traduzioni

A “Chi l’ha visto?” si è parlato anche delle traduzioni delle intercettazioni telefoniche che hanno avuto un peso nell’indagine. È stata riascoltata la voce di Saman, che raccontava al fidanzato Saqib di aver sentito la famiglia parlare dell’omicidio di una ragazza. E naturalmente è stata riascoltata l’intercettazione in cui Shabbar Abbas avrebbe detto di aver ucciso Saman: secondo il suo legale si tratta però di una malatraduzione.

Tutte le traduzioni sono sovrapponibili”, ha chiosato Riziero Angeletti, ospite in studio, riferendosi ai brogliacci dei carabinieri e alle traduzioni realizzate dalle trasmissioni come “Chi l’ha visto?”. Per quest’ultima le traduzioni sono state realizzate da Ejaz, che ha confessato: “Quando facevamo queste traduzioni abbiamo anche pianto”.

I pakistani in Italia

La comunità pakistana in Italia sembra unita nel condannare il delitto d’onore compiuto dai famigliari di Saman. Tanto che è stata lanciata una petizione per far ottenere la cittadinanza postuma alla ragazza. Non solo: l’Unione delle Comunità Islamiche in Italia (Ucoii) si è costituita parte civile, cosa che molto probabilmente farà anche il fidanzato Saqib.

Costituirsi parte civile per l’Ucoii in questo caso - ha illustrato Angeletti - rappresenta una fondamentale parte stessa dell’Unione. Non è certo il ricavo economico che prevale, ma la presenza come anima di coloro che hanno bisogno di vedersi racchiusi in un contesto come quello dell’Unione, che è pronta a dare un segnale. Ci siamo anche noi”.

Ejaz ha ribadito la necessità che il processo si svolga in Italia: in Pakistan c’è il rischio che la percezione culturale

faccia sì che non si giunga a una condanna. E ha aggiunto, riferendosi al giuramento sul Corano dei parenti di Saman: “Nel Corano c’è scritto: chi uccide una persona uccide l’intera umanità”.

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