"Cercavano di cacciarci": le accuse allo zio di Kataleya

Alcune testimonianze puntano il dito contro lo zio di Kataleya per quanto riguarda il presunto racket tra gli occupanti dell'ex hotel Astor

"Cercavano di cacciarci": le accuse allo zio di Kataleya
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Il quadro del racket nell’ex hotel Astor di Firenze - dove è scomparsa il 10 giugno scorso una bambina di 5 anni, Mia Kataleya Chicllo Alvarez - si fa sempre più complesso. In un quadro di accuse e contraccuse, emerge una situazione di profondo disagio, che gli inquirenti stanno indagando per capire se abbia a che fare con il presunto sequestro della bimba.

Nelle scorse settimane, “Chi l’ha visto?” aveva mandato in onda un video erroneamente attribuito alla famiglia di Kataleya. Vi si vedeva un uomo armato di coltello, con due donne di cui una incinta, trincerati dietro la porta di una delle stanze dell’albergo. Nel filmato si ascolta un bambino urlare: “Basta, basta!”. Interrogato dai giornalisti della trasmissione, lo zio di Kata, Abel detto Dominic, ha risposto nei giorni scorsi: “Non posso parlare, per favore”.

Nella puntata di ieri la donna incinta ha accettato di parlare al telefono con Veronica Briganti, spiegando: “È mio figlio che grida”. Dove la donna viveva con il marito e il figlio, c’erano altre due stanze: in una viveva suo zio e nell’altra l’ecuadoregno al centro di una presunta rissa dei mesi scorsi.

Mio marito - ha raccontato la donna incinta in un italiano stentato - per proteggersi da questa gente che volevano buttarlo via con la forza, e ci stava tanta gente anche di fuori che non abitavano lì, perché volevano buttarlo via con la forza, come le dicevo. Noi non abbiamo aperto la porta, perché fuori c’erano con coltelli, volevano picchiarlo mio marito”.

Quando le è stato chiesto chi abbia cercato di cacciarli dalla stanza, che loro non avevano pagato poiché presenti dall’inizio dell’occupazione dello stabile a settembre 2022, ha risposto: “Lo zio di Kata, tanta gente… c’era tanta gente fuori. Però ci stava lo zio di Kata e ci stava Carlos”. La donna ha aggiunto che l’ecuadoregno sarebbe stato picchiato e minacciato di morte, cadendo successivamente dalla finestra.

Lo zio di Kataleya e tale Carlos di cui è stato fatto il nome si sono riservati di rispondere dopo aver visto la trasmissione. Tuttavia in precedenza la famiglia della bambina scomparsa aveva lamentato presunti litigi con altri occupanti, a causa di schiamazzi e ubriachezza molesta subiti. Quel Carlos ha chiarito con la trasmissione che questi episodi sono anche noti alle forze dell’ordine dietro propria segnalazione, ma non avrebbero nulla a che vedere con il presunto rapimento di Kata. Carlos ha aggiunto di aver saputo dell’ecuadoregno dalla moglie di questi, moglie che a suo avviso avrebbe mentito.

Con “Chi l’ha visto?” ha parlato anche il fratello della donna incinta del video, affermando che nei primissimi giorni dell’occupazione la propria per tutti sarebbe stata l’ospitalità di famiglie con bambini in stato di bisogno. Ha aggiunto che sarebbero stati Carlos e Dominic ad affittare e vendere abusivamente le stanze e che l’ecuadoregno si sarebbe gettato dalla finestra per paura di essere ucciso.

Non eravamo d’accordo. Volevano mettere le persone nelle cantine dove non si può abitare”, ha concluso. Quale che sia la verità, la convivenza nell’ex hotel Astor sarebbe stata una questione molto intricata.

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