Cronaca nera

"Errori di progettazione". L'ultima ipotesi della procura sulla tragedia di Firenze

La procura di Firenze sta indagando per far luce sulla tragedia che ha causato la morte dei quattro operai. Secondo l'ultima ipotesi, alla base del crollo potrebbero esserci stati errori in fase di progettazione dello "scheletro" del futuro supermercato

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Alla base della tragedia di Firenze ci sarebbe stato un errore nella progettazione della struttura: lo "scheletro" del futuro supermercato sarebbe stato progettato con un vizio che ne avrebbe minato la stabilità e ne avrebbe causato il crollo. Questa, secondo quel che riporta stamani il quotidiano La Nazione, l'ultima ipotesi in ordine cronologico sulla quale starebbe indagando la procura di Firenze, per ricostruire nei dettagli la tragedia che ha portato alla morte di quattro operai (mentre un quinto risulta ancora disperso). Già nei giorni scorsi era stato aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e crollo colposo, al momento senza indagati. Sulla base di quanto ipotizzato già nelle scorse ore da chi indaga, tutto sarebbe iniziato con il cedimento improvviso della maxi-trave di circa venti metri ed oltre cinquemila chili di peso.

Secondo una prima ricostruzione, quest'ultima avrebbe avuto bisogno di ulteriori operazioni di fissaggio che non sarebbero tuttavia state portate a termine dall'azienda incaricata, quando i manovali vi sono saliti per la gettata di cemento. Ma è stato fatto notare come il crollo sia avvenuto alle 8:52 di venerdì scorso, solo pochi minuti dopo la stesura del cemento. E che i lavoratori ne avrebbero gettato solo pochi metri cubi. Tutto ciò è stato sufficiente a far venire giù la trave? Ecco quindi che su queste basi, gli inquirenti starebbero prendendo in considerazione anche una pista alternativa: in assenza di errore nella produzione dei prefabbricati, lo scheletro della futura Esselunga potrebbe essere stato edificato portandosi dietro un errore di progettazione. Non sono tuttavia le uniche domande alle quali gli investigatori stanno cercando di dare una risposta in tempi brevi. E ce n'è una, in particolare, che sembra essere fra quelle prioritarie: chi lavorava nel cantiere di via Mariti? Il procuratore Filippo Spiezia puntualizza che dopo le prime verifiche, sembrerebbe essere emersa l’irregolarità sul territorio italiano di alcuni lavoratori.

Una delle vittime nordafricane avrebbe un permesso di soggiorno rifiutato nel 2020. Sono in corso accertamenti sulla sua posizione e più in generale sulle mansioni e sull’inquadramento contrattuale non soltanto delle vittime, ma di tutte le persone che venerdì mattina erano nel cantiere del nuovo supermercato. Una ventina stando ai registri acquisiti dalla procura, molte di più secondo quanto apparirebbe dalle telecamere cittadine: gente con un casco in testa che, al momento dell’incidente, avrebbe velocemente abbandonato l’area.

Un supporto sotto questo aspetto potrebbe arrivare proprio dal circuito cittadino di videosorveglianza: le prossime ore potrebbero quindi portare in dote ulteriori novità.

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