Martina Carbonaro e la campanella mancata. Il papà: "Oggi il suo primo giorno di scuola"

La 14enne è stata uccisa dall'ex fidanzato ad Afragola lo scorso 26 maggio. Il papà: "Più vado avanti e più mi sento male per mia figlia"

Martina Carbonaro e la campanella mancata. Il papà: "Oggi il suo primo giorno di scuola"
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Gli occhi bagnati dalle lacrime e la voce rotta dal pianto. Marcello Carbonaro, il papà di Martina Carbonaro, la 14enne uccisa dall'ex fidanzato ad Afragola (Napoli) lo scorso 26 maggio, è dilaniato dal dolore: "Oggi avrebbe dovuto essere il primo giorno di scuola per mia figlia, ma lei non è potuta andarci", dice l'uomo ai microfoni di Storie Italiane, il programma di Rai Uno condotto da Eleonora Daniele.

"Più vado avanti e più mi sento male"

Sabato pomeriggio sono state diffuse le conclusioni dell'autopsia, secondo cui la giovane sarebbe stata colpita alla testa con un masso per tre o quattro. L'agonia sarebbe durata circa un'ora. "Sono passati quasi quattro mesi ma più avanti vado, più mi sento male per mia figlia. - continua il papà di Martina - Fino a poco tempo fa ce l'avevo davanti e adesso non ce l'ho più". L'uomo ha parlato anche di Alessio Tucci, il fidanzato della 14enne, reo confesso dell'omicidio: "Ho dato la mia fiducia a questo ragazzo. - sottolinea Marcello Carbonaro - Io sono cresciuto con questa famiglia, con la nonna e il nonno. Quando mia figlia l'ha conosciuto, dicevo che era tranquillo". Il corpo senza vita della ragazza venne ritrovato in un edificio abbandonato all'interno dell'ex campo "Moccia" di Afragola: "Lei non era una ragazza che andava in questi posti qua, - puntualizza ancora l'uomo - io l'avevo avvisata e le dicevo di stare attenta, ma lui l'ha trascinata".

"Questo ragazzo mi ha spezzato l'anima"

Marcello Carbonaro non si dà pace per quanto accaduto: "Questo ragazzo - dice riferendosi all'indagato - mi ha spezzato l'anima. Adesso posso portare Martina solo nel mio cuore". E ancora: "Avevo un'unica figlia femmina e ogni volta che veniva a casa, gli dicevo: 'Alessio stai attento a mia figlia che è più piccola di te'. Non so cosa gli è passato per la testa". I rapporti con i familiari di Tucci si sono interrotti: "La famiglia non ci minaccia ma ci provoca. - afferma l'uomo - Non mi dicono niente, abbassano la testa, ma vedono cosa facciamo e a me dà fastidio perché quella famiglia mi riapre la ferita".

E infine: "Non mi hanno chiesto mai scusa se non tramite la televisione, nessuno è mai venuto a casa - conclude - La nonna del ragazzo mi ha visto crescere e non è venuto a casa, nessuna umanità".

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