Il figlio di Alessandro Impagnatiello cambia cognome. L'ex compagna: "Era motivo di disagio"

La domanda ufficiale è stata presentata dalla ex compagna di Alessandro Impagnatiello, l’uomo oggi condannato all’ergastolo, con cui aveva avuto un figlio prima della relazione con Giulia Tramontano

Alessandro Impagniatiello
Alessandro Impagniatiello
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Non porterà più il cognome del padre il bambino nato dalla relazione che Alessandro Impagnatiello aveva avuto prima di conoscere Giulia Tramontano. La decisione arriva su richiesta dell’ex compagna dell’uomo, che ha formalizzato l’istanza per tutelare il figlio, indicando come quel cognome rappresentasse ormai una fonte di disagio evidente per il minore.

L'affido alla madre

Il Tribunale per i Minorenni di Milano, che già nel marzo 2025 aveva dichiarato Impagnatiello decaduto dalla responsabilità genitoriale, ha confermato l’affido esclusivo alla madre, che ora potrà proseguire nell’iter di modifica anagrafica. La donna aveva avuto una relazione con l’ex barman prima che questi iniziasse la storia con Giulia, la giovane uccisa a maggio 2023. Da tempo, la madre si batteva per un cambio che restituisse serenità e protezione al figlio, ora finalmente riconosciuto anche dalle istituzioni.

Le stesse bugie

Quando Alessandro Impagnatiello ha tolto la vita a Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, suo figlio — nato da una relazione precedente — aveva appena sei anni. Il barman dell’Armani Bamboo Bar, oggi condannato all’ergastolo, aveva avuto con la madre del bambino una storia breve, segnata fin dall’inizio da menzogne e infedeltà.

Un copione di inganni che si è ripetuto anche con Giulia, fino alla tragica fine. Una spirale di bugie e manipolazioni culminata in un delitto che ha sconvolto l’opinione pubblica e distrutto due vite, quella della giovane donna e del piccolo che portava in grembo. Oggi, a distanza di tempo, l’altro figlio di Impagnatiello si allontana simbolicamente da quel cognome, che la madre ha chiesto fosse rimosso per proteggere il bambino da un’eredità troppo pesante da portare.

Il cambio di cognome

Il cognome del figlio di Alessandro Impagnatiello potrà essere cambiato. La Prefettura di Monza e Brianza ha accolto la richiesta presentata dalla madre del bambino, riconoscendo la presenza di "valide motivazioni personali, psicologiche e sociali" alla base dell’istanza. La decisione arriva a seguito di una valutazione approfondita della documentazione presentata, nella quale l’avvocata Ersilia Solimene, legale della donna, ha sottolineato come quel cognome fosse ormai diventato per il piccolo fonte di disagio.

Un peso troppo grande per un bambino di sei anni, la cui serenità era messa a rischio dalla connessione diretta con una vicenda drammatica e profondamente mediatizzata. Con il via libera della Prefettura, il cambio diventerà ufficiale entro 30 giorni. Un passaggio delicato, ma necessario, per permettere al bambino di crescere libero da un'identità imposta da eventi che non gli appartengono.

Il ricordo nei confronti di Giulia

Tra le richieste inizialmente presentate dalla madre del bambino alla Prefettura, figurava anche quella di aggiungere al nome del figlio quello di Santhiago, lo stesso scelto da Giulia Tramontano per il piccolo che portava in grembo al momento del suo tragico omicidio. Un gesto simbolico, profondo, con cui la donna intendeva onorare la memoria del bimbo mai nato e creare un legame ideale tra le due vite spezzate dalla stessa persona.

Tuttavia, dopo un’attenta valutazione, la Prefettura ha deciso di accogliere soltanto la richiesta relativa al cambio del cognome, ritenendo opportuno non procedere con l'aggiunta del nuovo nome. La priorità, secondo quanto trapela, è stata data alla tutela dell’identità del bambino, garantendogli un futuro più sereno e meno segnato dal passato.

La condanna di Impagnatiello

È stato confermato anche in secondo grado l’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, l’ex barman accusato dell’omicidio di Giulia Tramontano. La giovane, incinta al settimo mese, venne brutalmente uccisa il 27 maggio 2023 nell’abitazione di Senago, alle porte di Milano.

Secondo quanto emerso durante il processo, Impagnatiello colpì la compagna con 37 coltellate, in un atto di violenza estrema che sconvolse l’opinione pubblica.

La Corte d’Appello ha ribadito la condanna all’ergastolo, ma ha escluso l’aggravante della premeditazione, pur confermando la piena responsabilità dell’imputato. Una vicenda drammatica che ha lasciato un segno profondo, diventando uno dei casi simbolo della lotta contro la violenza sulle donne in Italia.

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