“Filippo? Dottor Jekyll e mister Hyde”. Lo choc dell'allenatore di pallavolo

Filippo Turetta giocava a pallavolo nella formazione locale di Torreglia, dove oggi gli ex compagni e i dirigenti si dicono increduli per quel che ha fatto

“Filippo? Dottor Jekyll e mister Hyde”. Lo choc dell'allenatore di pallavolo
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La descrizione di Filippo Turetta in quanto "bravo ragazzo" permane nei ricordi di chi lo ha conosciuto e con lui ha trascorso del tempo. Al netto dei messaggi social, dei proclami e delle invettive che si leggono in queste ore, soprattutto da parte di chi non ha mai condiviso con lui nemmeno una parola, sono le persone che gli sono state vicine per più tempo a non credere che abbia potuto compiere un gesto così feroce, violento e inumano. Eppure, quel 22enne, ha ucciso con le sue mani, infierendo con decine di coltellate, la ragazza che diceva di amare.

Non se ne capacitano i compagni di squadra di pallavolo, sport che Turetta praticava regolarmente, ragazzi che con lui hanno condiviso lo spogliatoio, gli allenamenti, le uscite e le partite. E non se ne capacita il suo allenatore, figura che vista la sua posizione dovrebbe capire la psiche dei giocatori per entrarci e trarne il meglio durante la pratica dello sport. Filippo giocava a pallavolo nella squadra di Torreglia in una formazione dilettantistica impegnata nei campionati minori. Uno dei dirigenti della società, Gennaro Zecchino, ha affidato al quotidiano il Messaggero il suo ricordo del ragazzo: "Siamo sconvolti, per noi Filippo era un ragazzo d’oro ma a questo punto ci appare come il dottor Jekyll e mister Hyde". Una percezione che in tanti hanno avuto, quella di essersi trovati per lungo tempo davanti a una persona della quale non hanno capito nulla, perché abile nel nascondere la sua vera natura.

Ma chi è davvero Filippo Turetta? Di sicuro è il ragazzo che ha ucciso a coltellate e poi nascosto il corpo della sua ex fidanzata, perché incapace di accettare la fine della loro relazione. Al palazzetto di Torreglia se la ricordano bene Giulia, di cui il dirigente traccia un ricordo ben preciso: "Avevamo appena vinto 3 set a 0. Giulia era venuta a fare il tifo per i ragazzi e poi Filippo ce l’aveva presentata. In quell’occasione l’avevo visto veramente felice, Giulia aveva fatto anche una foto con tutti noi".

L'incapacità di Filippo di accettare che Giulia potesse allontanarsi da lui dopo la laurea e la frustrazione del rifiuto sono stati probabilmente il catalizzatore di un qualcosa che il ragazzo covava da tempo.

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