“Guardate per terra quando entrate in chiesa: lì c’è il sangue di Elisa”: l'appello della famiglia Claps

I parenti di Elisa Claps reclamano giustizia e verità all'indomani della riapertura della chiesa dove furono ritrovati i resti della 16enne

“Guardate per terra quando entrate in chiesa: lì c’è il sangue di Elisa”: l'appello della famiglia Claps
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Potenza divisa sulla riapertura della chiesa della Santissima Trinità, dove il 17 marzo 2010 furono ritrovati i resti di Elisa Claps, 16enne scomparsa il 12 settembre 1993 e per il cui omicidio è stato condannato a 30 anni Danilo Restivo.

Il 24 agosto 2023 la chiesa ha riaperto - non era stata più accessibile se non agli inquirenti dal giorno del ritrovamento del corpo: “Chi l’ha visto?” ha ascoltato diversi potentini per strada. Tra loro c’è chi crede che la chiesa debba tornare al culto, altri pensano che ci sarebbe dovuto essere più rispetto per la famiglia Claps, chi è entrato per curiosità - perché, per questioni anagrafiche, non ne conosceva l’interno - e chi si è rifiutato di metterci piede.

Ma anche tra coloro che auspicano il ritorno della chiesa al culto, alcuni hanno rimarcato comunque una necessità di giustizia per i presunti favoreggiatori di Restivo. A questo si aggiunge la testimonianza del sindaco di Potenza, Mario Guarente, che ha spiegato di non aver ricevuto comunicazione per la riapertura, che in generale pare sia stata una sorpresa per tutti.

Ospiti in trasmissione Filomena e Gildo Claps, madre e fratello di Elisa. Mamma Filomena ha definito la chiesa della Trinità “museo degli orrori”, aggiungendo che “neanche l’acido muriatico potrà pulire quelle mura”. “Voglio dire soltanto a tutti coloro che entreranno in quella chiesa: avranno la mia benedizione - ha chiarito la donna - Ripeto: la mia benedizione. E quando entrano là dentro, devono entrare in punta di piedi. Anziché guardare sopra, dove Elisa è rimasta per ben 17 anni, in un luogo sporco, scuro, non voglio dire altro, devono guardare a terra, devono guardare dove mettono i piedi. Perché là dentro c’è il sangue innocente di una ragazza di 16 anni”.

Filomena Claps ha raccontato inoltre dell’incontro con il parroco don Mimì Sabia all’indomani della scomparsa della figlia. Il prelato le disse: “Non conoscevo Elisa e non conosco Danilo”. Così mamma Filomena si chiese già all'epoca perché parlasse al passato della figlia. “Non si tratta di contrarietà all’apertura di quelle mura - ha precisato Gildo Claps - è tutto quello che è accaduto tra quelle mura, prima e dopo il ritrovamento. I cattolici che dicono di voler tornare in quella chiesa, dovrebbero riflettere su questo. È un insulto all’intelligenza di un’intera città”.

Intanto, nel giorno del trentesimo anniversario della scomparsa e della morte di Elisa, il fratello Gildo Claps ha guidato quella che Federica Sciarelli ha definito una "processione laica”. Al culmine della manifestazione, di fronte al sagrato della Trinità, un uomo ha reso una testimonianza inattesa. “Oggi ho il coraggio di dirlo - ha affermato - vi prego di credermi, l’ho tenuto per me perché mi è stato imposto dalla cultura di quel tempo. Io sono stato abusato, sono stato abusato, sono stato abusato in questa chiesa”.

Lo stesso Gildo Claps ne era all’oscuro, fino a che l’uomo non ha deciso di esporsi. “Per la prima volta ha brillato la stella di Elisa e non ha brillato in quella chiesa. Per me quella chiesa resta una tomba e le tombe restano chiuse”, ha chiosato a “Chi l’ha visto?”.

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