Neonati sepolti in giardino, Chiara Petrolini rinviata a giudizio per omicidio

La 21enne di Vignale di Traversetolo è accusata di aver ucciso con premeditazione i propri due figli e di averli sepolti nel giardino di casa. Alla ragazza viene contestata anche la soppressione di cadavere

Neonati sepolti in giardino, Chiara Petrolini rinviata a giudizio per omicidio
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Chiara Petrolini è stata rinviata a giudizio con l'accusa di duplice omicidio e soppressione di cadavere. Lo ha deciso il gup del Tribunale di Parma Gabriella Orsi, accogliendo le richieste delle Procura, che contesta alla 21enne di Vignale di Traversetolo di aver ucciso con premeditazione i propri due figli, subito dopo il parto, e sotterrato i corpicini nel giardino di casa. La prima data del dibattimento in Corte d'Assise è stata fissata per il prossimo lunedì 30 giugno. All'udienza di questa mattina hanno partecipato l'indagata e l'ex fidanzato, nonché padre dei neonati, che venerdì scorso è stato riconosciuto parte civile assieme ai propri genitori.

L'accusa di premeditazione

I due neonati, ai quali successivamente è stato dato il nome di Angelo Federico e Domenico Matteo, furono partoriti uno il 12 maggio 2023 e l'altro il 7 agosto 2024, dopo gravidanze di cui nessuno, compresi i genitori e il fidanzato della ragazza, era a conoscenza. Secondo l'accusa, Petrolini avrebbe agito con "lucida consapevolezza" e avrebbe pianificato sia il parto che la sepoltura dei corpicini nel giardino della villetta di famiglia. Ad aggravare la sua posizione vi è la reiterazione del reato e la mancata richiesta di assistenza medica, oltre al fatto di non aver comunicato ad alcun familiare di essere in stato interessante. Il legale della ragazza, l'avvocato Nicola Tria, ritiene invece che l'assistita versasse in una condizione di estrema fragilità psicologica all'epoca dei fatti.

Gli arresti domiciliari

La 21enne si trova agli arresti domiciliari dal 20 settembre 2024, misura che è stata confermata dalla Cassazione lo scorso febbraio dopo che il Tribunale del Riesame, in accoglimento dell'appello della Procura, aveva disposto il carcere per l'indagata.

Nelle motivazioni della sentenza, rese note una settimana fa, i supremi giudici riconoscono all'indagata "un'elevatissima capacità mistificatori ed una non comune determinazione criminale" ma precisano che "i fatti si sono svolti in presenza di condizioni non ripetibili". In buona sostanza, per gli ermellini non vi sarebbe il rischio di reiterazione del reato.

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