Preso il killer delle prostitute "Ho vagato sporco di sangue"

Fermato a Primavalle grazie a una testimone e alla sorella "Da mia madre dopo due giorni. Ricordo le cinesi, poi buio"

Preso il killer delle prostitute "Ho vagato sporco di sangue"

Roma. «È lui». Fermato il serial killer delle prostitute. Il suo volto nei frame registrati dalle telecamere di Prati, sia in via Augusto Riboty sia in via Durazzo. Giandavide De Pau, 51 anni, narcotrafficante, cocainomane, un'accusa per violenza sessuale, due ricoveri in ospedali psichiatrici, guardaspalle del boss Michele Senese, davanti al magistrato confessa. «Ricordo solo di essere stato nella casa delle cinesi in via Riboty e di aver tamponato la ferita a una di loro. Poi ho un black out. Ho vagato due giorni senza mangiare e dormire, alle 6 mi hanno preso da mia madre». L'uomo è stato riconosciuto da una testimone, una cubana che lo avrebbe visto mentre usciva dalla casa della escort colombiana sporco di sangue. E soprattutto è stato segnalato da uno stretto parente, probabilmente la sorella, allarmata da una strana telefonata del fratello, di cui conosceva le frequentazioni.


Vecchia conoscenza De Pau, immortalato accanto a Senese durante le indagini del Ros e Dda in Mondo di Mezzo. Nel suo appartamento in via Venanzio Fortunato 54, alla Balduina, però, non c'è. La polizia lo scova subito dopo a casa dei familiari, in via Cesare Lombroso 52, a Primavalle, e lo porta a San Vitale per il primo interrogatorio. Sette ore nel corso delle quali De Pau ricostruisce la sera che precede la mattina di follia: «Ricordo che una donna cubana è arrivata a casa mia e abbiamo consumato della droga, poi il giorno dopo ho preso un appuntamento a via Riboty». Dove l'uomo arriva in auto e poi entra «in un appartamento che ricordo essere al piano terra» e dove avrebbe anche lasciato il cellulare. «Era la prima volta che andavo in quell'appartamento con le cinesi dopo un appuntamento preso per telefono». De Pau afferma di non ricordare di essere stato in via Durazzo. «Mi contestate due omicidi, non avrebbe senso negarne un terzo». Al termine dell'interrogatorio De Pau è stato trasferito nel carcere di Regina Coeli e la Procura gli ha notificato il fermo per triplice omicidio aggravato.


Secondo gli investigatori l'assassino avrebbe agito d'impeto. Probabilmente sotto l'effetto di droga, cocaina, De Pau avrebbe ucciso Martha Castano Torres, la colombiana di 65 anni, durante un rapporto. Probabilmente non portato a termine, inibito anche dall'assunzione di sostanze psicotrope. Gli orari della testimone, dopo le 8,30, coincidono con la ricostruzione fatta in base al racconto della sorella della vittima, Maria, 60 anni, che riferisce di un appuntamento proprio a quell'ora. Dopo aver ucciso Martha con uno stiletto o comunque un coltello dalla lama lunga e ben affilata che non è stato ancora ritrovato, De Pau sarebbe andato con lo scooter a casa, distante una decina di minuti, per cambiarsi d'abito, e sarebbe poi tornato a Prati, recandosi in via Riboty, distante 800 metri da via Durazzo. Alle 10 entra nella casa di appuntamenti e uccide ancora. Accoltella prima la più giovane, sempre durante un rapporto sessuale. La poveretta fugge grazie all'intervento dell'amica 40enne che viene ammazzata in camera da letto. La prima, ferita, viene raggiunta pochi metri più in là, nell'androne, e finita con altre coltellate all'addome e al torace. Vittime, queste, ancora da identificare. Si attendono anche i risultati dell'esame autoptico sui tre cadaveri, che verrà eseguito domani all'Istituto di Medicina legale della Sapienza.

Da stabilire, soprattutto, se le ferite d'arma da taglio appartengono alla stessa arma. Si attendono anche i risultati di laboratorio sugli elementi raccolti dalla polizia scientifica, soprattutto la comparazione del Dna lasciato dal killer con quello del fermato.

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