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Lo straniero in metrò e le due ragazzine seguite e stuprate: "Sei bella, ti voglio"

Abusi su due giovani di 15 e di 17 anni. Le ha bloccate sul portone di casa

 Lo straniero in metrò e le due ragazzine seguite e stuprate: "Sei bella, ti voglio"
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Le sue giovanissime vittime concordano su un punto: non parlava bene italiano. Ma questo non gli ha certo impedito di imparare a memoria il concetto di «equo scambio», di cui parlava spesso scandendo bene le parole e proponendo denaro in cambio di sesso. Non prima però di essersi calato i pantaloni per mettere in mostra una ben poco virile condizione e invitare l'altra parte a darsi da fare al grido di «fai qualcosa!». Così, dopo averle «scelte» a suo piacimento, fermo sulla banchina del metrò, tra le ragazzine scese dai treni, seguiva le minorenni fino a casa a bordo del suo monopattino elettrico nero e, prima che aprissero il portone d'ingresso, le assaliva mentre offriva loro dei soldi pur di poterne approfittare. «Ti do 50 euro, saliamo, facciamo veloce». «Sei troppo bella, ti voglio, ti ho vista e...Ti do venti euro».

Si chiama Andy Mateo Chacon Gonzalez il 18enne originario dell'Ecuador e residente a Sesto San Giovanni arrestato e messo agli arresti domiciliari in questi giorni dai Carabinieri del Comando Provinciale di Milano per violenza

sessuale dopo che ha abusato tra Milano e Bussero di una 17enne prima e di una 15enne che aveva adocchiato e agganciato nei sottopassaggi della linea verde del metrò (la due).

T-shirt colorata, calzoni neri larghi e corti al polpaccio, un cappellino verde con visiera, il 12 agosto Andy Mateo tampina una ragazzina alla fermata di «Bussero», località del Milanese. Nel mirino c'è una 17enne, bloccata alle spalle per i fianchi all'improvviso mentre sale le scale di casa. Il ragazzo le mette le mani addosso, le propone 20 euro in cambio di una prestazione sessuale, ma la giovane urla, riesce a scattargli un paio di foto con il telefonino, lui si allontana fino al cancello del condominio che è chiuso così lo scavalca per allontanarsi, sempre «immortalato» dalla sua vittima.

Di due anni più giovane la seconda ragazzina, assalita a Milano il 19 settembre. L'aggressore era appostato con il suo monopattino appena fuori dai tornelli della fermata «Crescenzago» della linea verde. La ragazza esce, gli passa davanti, lui aspetta che lei giri l'angolo e imbocchi le scale di uscita, per seguirla con il monopattino. Le telecamere della stazione lo riprendono con addosso i soliti calzoni, una t-shirt bianca e il cappellino da baseball verde.

Il 5 novembre è il padre di un'altra minore, un uomo di origine marocchina sposato con una donna italiana, a bloccare il giovane stupratore ecuadoriano che ha notato seguire la figlia minorenne mentre rincasava, in una strada nelle vicinanze della

stazione Centrale. La ragazzina, sentitasi seguita, ha cercato di seminare Andy Mateo scendendo dalla linea 2 del metrò alla fermata di piazzale Loreto per salire quindi sulla linea uno (la rossa), ma inutilmente: il giovane la tampina fino a casa. Il ragazzo, di fronte all'uomo avvertito via Whattsapp dalla figlia e che gli chiede perché si sia messo alle calcagna della ragazzina, balbetta qualche scusa, si giustifica sostenendo di aver sbagliato indirizzo, e quando lui chiama la polizia lo scongiura di non farlo perché in quel modo gli avrebbe «rovinato la vita», quindi si allontana con la scusa di dover recuperare l'ormai famigerato monopattino.

Sono stati proprio il monopattino e il cappellino a permettere agli investigatori di risalire al 19enne, che li usava anche per

andare al lavoro. Nella sua casa i carabinieri del nucleo operativo di Porta Monforte, coordinati dalla Procura di Milano e dal gip Domenico Santoro, hanno ritrovato anche gli abiti usati durante le due violenze sessuali.

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