Il tragitto nella notte, le fratture, il selfie choc: "Mara non si è suicidata, indagate"

I parenti di Mara Favro negano si possa essere trattato di un suicidio. Cosa emerge dalle indagini che potrebbero essere archiviate

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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È stata richiesta l’archiviazione per il caso di Mara Favro, scomparsa nella notte tra il 7 e l’8 marzo 2024. La donna, che lavorava in una pizzeria di Chiomonte, era rientrata a Susa per poi tornare a Chiomonte - dove aveva dimenticato le chiavi di casa. I suoi resti sono stati rinvenuti un anno dopo in un dirupo a Gravere. Sono stati indagati per questo il datore di lavoro Vincenzo Milione detto Luca e il collega pizzaiolo Cosimo Esposito, tra le ultime persone che, in base alla ricostruzione, potrebbero aver visto Mara Favro in vita.

La richiesta di archiviazione

I familiari fanno fatica a immaginare come Mara Favro possa essersi tolta la vita. Quel giorno stesso si era messa d’accordo con l’ex marito per andare a prendere la figlia il giorno dopo e pranzare con lei. Era, dicono, in un periodo favorevole, positivo. Nella notte della scomparsa avrebbe chattato con un amico conosciuto al locale in cui lavorava. Tuttavia gli inquirenti scrivono: “È da escludersi un comportamento attivo degli attuali indagati”.

Milione, raggiunto da “Chi l’ha visto?” ha espresso sollievo per la propria posizione di indagato: “Che bella cosa. Mi solleva un po’. Da qualche tempo quando mi chiedevano come stai, dicevo: mi sento un po’ meno assassino”.

Ma l’ex marito Massimiliano promette battaglia legale: “Se ci saranno gli estremi sicuramente faremo opposizione. Mara ha bisogno di giustizia, è giusto che chi le ha fatto del male paghi”. “C’è stata una sottovalutazione”, aggiunge il fratello Fabrizio in merito alle indagini.

I risultati degli esami sui resti

L’autopsia non spiega la dinamica della morte della mamma di Susa, per via della povertà dei reperti: in effetti quello che rimaneva della donna è stato trovato un anno dopo la data di scomparsa e presunta morte. L’esame però ha anche parlato di fratture perimortali: quindi o la donna è morta a causa della caduta, oppure è stata uccisa e gettata nel dirupo a Gravere.

Gli spostamenti di quella notte

Le indagini hanno chiarito però i presunti spostamenti di Favro nella notte della scomparsa. All’1 di notte sarebbe stata in pizzeria a Chiomonte, per giungere a Susa all’1.20: per alcuni minuti sarebbe rimasta nei pressi della sua casa, per poi spostarsi sulla Statale, forse per trovare un passaggio. All’1.33 avrebbe chiamato Milione per dirgli che aveva dimenticato le chiavi e sarebbe tornata, richiamandolo poi per qualche secondo all’1.47 e restando con lui per un quarto d’ora.

Alle 2.06 Mara Favro sarebbe ripartita per Susa in direzione Gravere, fermandosi tra 3.23 e le 5.54 in un parcheggio frequentato da coppiette in cui c’è anche un casolare abbandonato. In quelle oltre due ore non ci sono altri smartphone intercettati. Infine la donna si sarebbe spostata al depuratore acque di Gravere, dove sarebbe rimasta fino alle 7.23: in quel momento il suo telefono sarebbe precipitato, agganciando la cella a fondo valle, nell’esatto punto in cui sono stati poi ritrovati i resti.

Perché Mara Favro avrebbe dovuto recarsi in una zona che non conosceva? Cosa è accaduto in quelle ore? Dai dati dello smartphone si sapeva che a partire dalle 2.01 alle 5.

54 avrebbe chattato con l’amico e inviato insoliti link musicali e altro al numero della figlia e alla chat delle mamme della scuola, oltre a un inquietante selfie. L’ultimo messaggio è delle 6.20, ma non sembra essere stato scritto da lei.

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