Writer bloccato per un graffito, aveva mille file pedopornografici

Sorpreso ad Affori mentre stava imbrattando alcuni muri, il 28enne è finito in manette dopo una serie di verifiche

Writer bloccato per un graffito, aveva mille file pedopornografici
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Indagavano da un po' su una rete di writer quando, un anno e mezzo fa, a inizio 2024, ne avevano sorpresi due in flagranza mentre stavano imbrattando il muro della facciata di un condominio privato ad Affori, in via Pellegrino Rossi. Con il passare del tempo e una serie di verifiche è venuto fuori però che, almeno per uno di quei due ragazzi «beccati» sul fatto, non si trattava solo di una questione di graffiti abusivi, di muri «disegnati» e di street art alla conquista dei cosiddetti «quartieri abbandonati», come filosofeggiano da tempo queste «crew» di artisti. Nei giorni scorsi, a seguito delle analisi sui suoi dispositivi elettronici, la Polizia locale ha scoperto circa un migliaio tra foto e video pedopornografici. E per lui, un italiano di 28 anni, sono scattate le manette con l'accusa di detenzione di materiale pedopornografico.

Il giovane denunciato all'epoca insieme al complice dagli agenti del Nucleo Tutela decoro urbano di piazza Beccaria, nel contesto di un'indagine più ampia per smantellare l'intera rete di writer, era stato anche perquisito alla ricerca di eventuali indizi che potessero condurre ad altri episodi simili o comunque a qualcosa di più articolato. È stato proprio durante queste verifiche che, nei dispositivi del 28enne sono stati trovati quasi mille file pedopornografici tra foto e video. E non si tratta di un «incidente» o di materiale di cui il 28enne potrebbe essere entrato in possesso casualmente e indipendente mente dalla sua volontà. Si tratta infatti di file che, sempre secondo gli accertamenti e i controlli portati a termini dagli investigatori della Locale, il giovane si sarebbe procurato intenzionalmente attraverso conversazioni e canali Telegram, allo scopo di guardarli e utilizzarli a suo piacimento.

Appena tre settimane fa i poliziotti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica (Cosc) del Lazio, coordinati del Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) della polizia di stato avevano arrestato sei soggetti accusandoli di detenzione e produzione massiva di materiale pedopornografico.

Dalle indagini è emerso che, per condividere migliaia di contenuti illeciti che raffiguravano abusi sui minori, questi uomini utilizzavano vecchie piattaforme di scambio file, come l'arcinoto «Emule» (raffigurato da un asinello), che consentiva di scaricare e condividere tra loro file senza passare attraverso un server centrale. Durante l'operazione erano stati inoltre sequestrati numerosi dispositivi di archiviazione contenenti una grandissima quantità di file.

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