Cronache

Ancora partenze dalla Libia: in 80 segnalati su un barcone in difficoltà

Secondo Alarm Phone sarebbero 80 i migranti a bordo di un mezzo in difficoltà in acque di competenza maltesi: tornano ad aumentare le partenze dalla Libia

Ancora partenze dalla Libia: in 80 segnalati su un barcone in difficoltà

Altri 80 migranti alla deriva nel Mediterraneo centrale, che si aggiungono ai 68 già presenti a bordo da ieri sulla Alan Kurdi, la nave dell’Ong tedesca Sea Eye.

Con il ritorno del bel tempo e con un mare nostrum nuovamente molto calmo dopo la coda invernale di fine marzo, i trafficanti di esseri umani dalle coste libiche sembrano tornati nuovamente in azione. Del resto, il loro business ha subito conseguenza importanti nei 30 giorni appena trascorsi: nel pieno del primo mese di emergenza coronavirus, in Italia sono stati registrati solo 197 persone arrivate irregolarmente, per giunta dalla Tunisia.

La guerra innescata dalla pandemia nel nostro Paese, ha di fatto per più di quattro settimane azzerato gli arrivi dalla Libia, mentre fino a febbraio questo 2020 viaggiava a ritmi del 900% in più di approdi irregolari rispetto alle prime settimane dell’anno scorso. Chiaro dunque che, noncuranti né della salute dei migranti e né delle difficoltà dell’Italia nel garantire assistenza in un momento del genere, scafisti e criminali hanno tutta l’intenzione di riprendere i lauti guadagni persi a marzo.

L’ultima imbarcazione con 80 migranti a bordo, è stata segnalata da Alarm Phone, il network telefonico che rilancia su Twitter e sui vari social le richieste di aiuto provenienti dagli stessi mezzi in difficoltà.

“Stasera una barca in pericolo con 80 persone a bordo ha chiamato AlarmPhone – si legge in un post scritto nella tarda serata di lunedì dagli stessi membri del network – Dicono di essere fuggite dalla Libia la scorsa notte e di non avere più benzina. Le autorità competenti sono informate. Devono essere soccorse e portate in un porto sicuro in Europa!”

Nelle ore successive, con altri post su Twitter sono stati rilanciati altri aggiornamenti con Alarm Phone che ha specificato come nessun soccorso è stato posto in essere a diverso tempo di distanza dai primi Sos: “Le persone in pericolo erano in contatto con MRCC Roma, che ha detto che stanno arrivando i soccorsi – si legge sempre sul canale di Alarm Phone – ma ci dicono: “Abbiamo chiamato il numero italiano tante volte, continuano a dirci che arrivano i soccorsi ma non arrivano mai. Siamo qui da un giorno intero. Abbiamo freddo”.

Tra i vari post, a spiccare è anche un’esplicita richiesta da parte di Alarm Phone alla Guardia Costiera italiana: “Quando soccorrerete le circa 80 persone in pericolo? – chiedono dal network con un post di questa notte – Quando le porterete in un porto sicuro? Sono in mare da più di 24 ore, senza cibo e senza acqua. Le loro vite sono in pericolo e ogni minuto può essere fatale!”

L’ultimo aggiornamento in tal senso è delle 9 di questa mattina: “Le persone sono sopravvissute alla notte ma sono esauste e hanno freddo – si legge nell’ultimo post di Alarm Phone dedicato a questa vicenda – La barca ha raggiunto la zona SAR maltese e abbiamo informato Malta. Le autorità europee devono smettere di ritardare il salvataggio nel rispetto dei diritti umani e internazionali. Non perdete altro tempo!”

Dunque, al momento gli 80 migranti in difficoltà sono ancora in mare ed in acque di competenza maltese. Ma, come più volte accaduto nelle ultime settimane, le autorità di La Valletta non sembrano essersi attivate in modo veloce. Non lontana dal punto in cui si trova l’imbarcazione in questione, potrebbe esserci la Alan Kurdi, la stessa che ieri, come detto in precedenza, ha soccorso 68 migranti. E, nelle ultime ore, ne ha fatti salire a bordo altri 82: "La nave Alan Kurdi ha soccorso altre 82 persone da una barca di legno alla deriva, tra cui una donna incinta", si legge in un nuovo post su Twitter. In totale, la nave tedesca ha a bordo 150 persone.

Per l’Italia queste non sono buone notizie: la ripartenza di un flusso migratorio anche minimo, potrebbe mettere in difficoltà le nostre autorità impegnate nella gravosa emergenza coronavirus.

Il vero pericolo è dato dall’avvicinamento alla bella stagione: con il mare calmo, dall’altra parte del Mediterraneo potrebbero salpare centinaia di migranti.

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