Cronache

Il "trucco" con le donne incinte: ecco la nuova arma dei migranti

Anche nell'ultimo fine settimane sono stati diversi gli sbarchi, soprattutto a Lampedusa. In diverse occasioni sono state soccorse anche donne in stato di gravidanza, nuova "arma" usata dai trafficanti dall'altra parte del Mediterraneo

Il "trucco" con le donne incinte: ecco la nuova arma dei migranti

A bordo di uno dei tanti gommoni partiti dalla Libia e arrivati a Lampedusa negli ultimi giorni, è venuta al mondo una bambina. Si chiama Fatima e, come ha raccontato Alessandro Gonzato su Libero, sia lei che la mamma per fortuna stanno bene.

La loro storia però rappresenta l'ennesima testimonianza sulle strategie senza scrupoli dei trafficanti di esseri umani. Dall'altra parte del Mediterraneo, donne e bambini vengono usati per aumentare il macabro business sui migranti. Non si spiegherebbe altrimenti secondo quale criterio donne in un avanzato stato gravidanza vengono imbarcate.

La loro presenza a bordo di gommoni in cui le condizioni di salute potrebbero repentinamente peggiorare, serve per richiamare maggiore celerità nei soccorsi. E magari creare emozione nell'opinione pubblica.

Spesso le operazioni di salvataggio o di sbarco dei migranti sono sollecitate proprio per la presenza di soggetti molto deboli nei barconi oppure all'interno della navi Ong. In questa maniera, i trafficanti in Libia o in Tunisia possono contare su una maggiore attenzione riservata a quanto avviene nel Mediterraneo centrale e mandare quanti più barconi possibili verso l'Italia.

La mamma di Fatima, al nono mese di gravidanza, è stata fatta salire su un barcone in una delle spiagge della Tripolitania assieme ad altre 88 persone. Il mezzo ben presto è andato in avaria. Tanto che l'Ong Sea Watch aveva lanciato l'allarme sulla possibile presenza di dispersi. I migranti sono stati poi rintracciati dal mercantile Vos Triton e trasbordati su una motovedetta della Guardia Costiera, la quale ha poi attraccato a Lampedusa.

Qui è venuta a galla la storia della piccola Fatima, nata a bordo del barcone in avaria. Una circostanza molto simile ad altre osservate nei giorni precedenti. Su un gommone che ha rischiato di naufragare sempre nei pressi di Lampedusa, sono state soccorse altre due madri in procinto di partorire.

Il forte sospetto è quindi che in questa fase di repentina ripresa degli sbarchi, molti trafficanti stiano usando donne incinta e bambini piccoli per aumentare i loro guadagni. E questo ovviamente rischia di creare maggiori rischi per la salute dei soggetti più deboli costretti a partire dalle coste nordafricane.

La situazione a Lampedusa

Gli 89 migranti sbarcati sull'Isola più grande delle Pelagie salvati dal barcone in cui è nata la piccola Fatima, non sono stati i soli ad arrivare nel nostro territorio negli ultimi giorni. Lo dimostrano in primo luogo i numeri del Viminale: dal primo gennaio al 23 febbraio, sono stati 4.157 i migranti approdati. Quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2020, quando ci si era “fermati” a 2.341.

Le ultime due settimane sono state quelle più intense, con almeno 1.500 arrivi tra sbarchi autonomi e quelli avvenuti tramite le navi mercantili o delle Ong. Una serie che non ha conosciuto battute d'arresto nemmeno nel fine settimana. Domenica 232 migranti sono approdati a Porto Empedocle a bordo del mercantile Asso Trenta, poi è stata la volta delle persone soccorse dalla Vos Triton, mentre in 90 sono arrivati autonomamente nella località di Cala Pulcino a Lampedusa.

Qui il centro di accoglienza è al collasso: negli ultimi giorni la struttura, che al massimo può contenere 192 persone, aveva al suo interno 900 migranti. Per questo si sta procedendo ad imbarcare molti di loro a bordo delle navi dell'accoglienza usate per la quarantena delle persone appena approdate. In 150 sono saliti a bordo della Allegra, in 300 invece all'interno della Suprema.

Il mare calmo di queste ore fa temere però per ulteriori ondate di sbarchi.

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