Arianna, fra le prime "celerine" d'Italia: mamma poliziotta antisommossa

43 anni, due figli e una passione per l'ordine pubblico: da metà maggio sarà impiegata nei reparti mobili della polizia di Milano

Arianna, fra le prime "celerine" d'Italia: mamma poliziotta antisommossa

Guanti, masco e manganello: da metà maggio per la poliziotta Arianna Amadori inizia una nuova vita, nel reparto Mobile di Milano.

Dopo una vita in polizia, la 43enne veneto-romagnola con un passato di lavoro in teatri difficili come Napoli e Palermo, la Amadori entrerà in un club molto particolare: quello dei primi dieci agenti donne impiegate nei reparti mobili della Polizia di Stato. Quella una volta era la celere. Quella che quando c'è da sporcarsi le mani con l'ordine pubblico, da affrontare il lato più duro della protesta di strada, scende in campo con la divisa antisommossa.

Come racconta il Corriere della Sera, un lavoro per tipi tosti. E dove le donne - ad esclusione delle funzionarie - non abbondano. Ma questo non ferma le più determinate: "Io e le colleghe abbiamo presentato domanda per entrare nel Reparto mobile - racconta la neo "celerina" - Siamo consapevoli e motivate".

Certo, non si tratta di una specialità semplice: "Ci sono stati periodi nei quali ho dovuto compiere delle scelte e cercare di orientare le ambizioni di carriera nel rispetto di altre priorità, com’era stata la crescita dei bimbi" (ne ha due, ndr).

Ma a chi le ricorda le difficoltà di conciliare la famiglia e più ancora il suo essere donna con l'arruolamento nel reparto mobile, la Amadori replica ricordando che non per forza il proprio genere costituisce un ostacolo quando si tratta di imbracciare lo scudo e calzare le protezioni contro sassi e fumogeni: "Come mi raccomando coi figli, un pizzico di paura è necessaria. Salva la vita. Paura intesa come concentrazione. Mai la boria, mai la leggerezza.

Resto convinta che la forza del Reparto mobile sia la squadra e che una donna in determinate situazioni possa aiutare. Per la nostra empatia, per la possibilità che un manifestante, magari sì e magari no, abbia un’esitazione prima di passare all’attacco nel vedere davanti a sé una donna."

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