Cronache

In manette 34 spacciatori: percepivano tutti il reddito grillino

34 dei 58 arrestati per spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Sperone di Palermo percepiscono il reddito di cittadinanza: la disgrazia del reddito 5Stelle rimanda ad una vicenda simile su alcuni boss mafiosi

Arrestati 34 pusher: percepivano tutti il reddito grillino

Spacciatori ma con il reddito di cittadinanza. È l'amara realtà del maxi blitz antidroga che ha portato all'arresto di 58 persone a seguito dell'operazione antidroga portata avanti dai carabinieri della compagnia "San Lorenzo" nel quartiere Sperone di Palermo.

Spacciatori col reddito grillino

Dei 58, ben 34 arrestati sono attuali destinatari del reddito grillino che ha fatto più danni della guerra: sono le prime notizie ufficiali che emergono dalle indagini. Invece di cercare lavoro, intere famiglie erano dedite allo spaccio e all'attività illecita dove risultato coinvolti anche minorenni. Come riportato da AdnKronos, il volume d'affari stimato dagli investigatori dell'Arma dei Carabinieri è superiore ad un milione e mezzo di euro. Le accuse variano dal traffico allo spaccio di sostanze stupefacenti. Tra gli arrestati figurano persone di età compresa tra i 22 e i 48 anni.

La droga veniva venduta ovunque: non c'era angolo di quartiere che ne era rimasto al di fuori: dai palazzoni ai vicoli fra le case ma anche all'interno delle abitazioni fin nelle camere da letto dei figli piccoli dove in molti casi gli stupefacenti venivano stoccati, lavorati e venduti. L'attività era all'ordine del giorno anche molto vicino la scuola del quartiere e, per acquistare gli stupefacenti, i tossici venivano apposta anche da altre province siciliane: come si legge sul GiornalediSicilia veniva venduto di tutto, da dalla cocaina al crack, dall'hashish alla marijuana. Negli appartamenti, tra l'altro, c'erano i "summit" per decidere prezzi e strategie, dividere i guadagni o rifornire di droga coloro i quali la dovevano vendere nelle piazze, una specie di Gomorra.

Le colpe del reddito minimo

Come ci siamo più volte occupati sul Giornale.it, truffe, falle e ambiguità hanno sancito, ormai da tempo, il fallimento del reddito di cittadinanza. Se è vero che è servito come salvagente per molte famiglie in difficoltà durante la pandemia, la misura era stata ideata per far trovare lavoro ai disoccupati, non certo per bivaccare allegramente vita natural durante. Con il passare del tempo, infatti, si è dimostrata sempre di più una misura assistenzialista la cui punta dell'iceberg (l'ennesima), probabilmente, si è raggiunta quest'oggi con l'arresto di questi "signori" che spacciavano percependo il reddito di Stato. Tutto normale? In un Paese normale non sarebbe essere possibile che 34 pusher siano destinatari del sussidio.

Quanto accaduto oggi rimanda ad una vicenda di cui ci siamo occupati, l'inchiesta scattata dopo alcuni accertamenti su pregiudicati per reati di mafia e altri gravi delitti. Tra chi ha richiesto (e ottenuto) indebitamente il beneficio, diversi soggetti avrebbero omesso di comunicare di essere stati condannati in via definitiva, anche per il reato di associazione di tipo mafioso o per altri reati connessi alle attività mafiose, tra i quali omicidio, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi. Uno di loro è un esponente di spicco di un clan della provincia di Barletta-Andria-Trani, condannato in via definitiva per associazione mafiosa e per il tentato omicidio di un affiliato a un clan rivale.

Altri avrebbero volutamente "dimenticato" di comunicare all'Inps la presenza, nel proprio nucleo familiare, di un convivente pregiudicato o detenuto in carcere: le inchieste sulle truffe all'Inps legate al reddito grillino non si contano più. Per quanto ancora dovremo andare avanti così?

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