Saluti romani, busto del Duce "obbligatorio in tutte le stanze", inni delle SS. E poi frasi irripetibili sui forni crematori e sugli ebrei.
Inaccettabili per chiunque, a maggior ragione per un candidato sindaco, con già un'esperienza da amministratore. Eppure nel Comune sardo di Bonorva, tremila e cinquecento anime nel Sassarese, l'ex primo cittadino Antonello Zanza sembra non aver problemi a presentarsi di nuovo alla corsa per la poltrona di sindaco pur con un pedigree così estremista.
Come spiega la Nuova Sardegna, Zanza si autodefinisce un "autonomista, di destra, amante della famiglia e cattolico." Un ritratto che - nonostante lui sembri pensarla diversamente - stride con le dichiarazioni fatte sui social network, da lui liquidate a "cazzeggio".
Che dire infatti di frasi come queste: "Per gli ebrei ho un forno artigianale. Quella domenica … a pranzo agnelli e porcetti cotti qui, lo stesso forno". E ancora: "Il costo per lo Stato è minimo… fornetti crematori monouso della ditta riassorbiamoli". E infine, rivolgendosi all’amico: "Ecco bravo… capisci perché sono nati i campi di sterminio… per sostituire i campi coltivati a merda".
Parole che fanno impallidire i saluti romani o i gadget del Duce conservati fieramente nello studio. Lui si difende dalle domande dei cronisti parlando di "polveroni azati ad arte" e si trincera detro quello che definisce un carattere "istrionico e conviviale".
"Le accuse di razzismo - spiega Zanza - non mi sfiorano neppure di striscio in una storia personale fatta sempre in prima fila a sostenere gli ultimi, dagli extracomunitari nelle carceri ai poveri diseredati.
Non mi risulta di aver subito alcuna condanna o processo per attentato alle istituzioni .Insomma, un "inguaribile goliardico", stando alla definizione che ama dare di se stesso. Resta da vedere che ne penseranno gli elettori.
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