Hashish e marijuana tornano a essere considerate dalla legge italiana droghe "leggere", distinte dalle cosiddette "pesanti" come eroina, cocaina o amfetamine.
Il decreto legge del Ministero della Salute, approvato in Consiglio dei ministri qualche giorno fa e pubblicato questa sera in Gazzetta Ufficiale, mette infatti la cannabis - sia in forma di foglie e infiorescenza che di olio o resina, quindi sia marijuana che hashish - nella tabella II, da sola, mentre in tabella I restano oppio e derivati (eroina), cocaina, amfetamine, allucinogeni e compaiono anche i tetraidrocannabinoli, cioè i cannabinoidi sintetici.
L'equiparazione tra droghe leggere e pesanti era stata introdotta nel 2006 con la cosiddetta legge Fini-Giovanardi, bocciata qualche tempo fa dalla Corte costituzionale. Il governo, quindi, ha reimpostato le tabelle reintroducendo la differenza nelle pene. La cannabis resta dunque sempre una sostanza illegale, ma le sanzioni per detenzione e spaccio si dovrebbero alleggerire, tornando all’assetto definito dalla normativa in vigore prima del 2006, cioè la legge Iervolino-Vassalli, con pene comprese tra i 2 e i 6 anni di carcere per le droghe leggere e tra 8 a 20 anni per le pesanti.
Il decreto in Gazzetta Ufficiale si occupa infine di impiego dei medicinali meno onerosi da parte del Servizio sanitario nazionale: restano confermate le norme annunciate dal ministro della salute per evitare nuovi casi come quello che ha visto protagoniste le aziende farmaceutiche Novartis e Roche.
In caso di presenza di due farmaci che possono avere lo stesso uso, ma che hanno indicazioni per malattie diverse, l’Agenzia del farmaco può richiedere di verificare, attraverso una sperimentazione, la possibilità di utilizzare, in sicurezza per i pazienti, l’altro farmaco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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