Coronavirus

Il coronavirus ha improvvisamente bloccato gli sbarchi dei migranti in Italia

A marzo nessun migrante approdato, l'ultimo sbarco è quello della Sea Watch a Messina dello scorso 27 febbraio: da quando in Italia è scoppiata l'epidemia di coronavirus, improvvisamente si è annullato il flusso migratorio

Il coronavirus ha improvvisamente bloccato gli sbarchi dei migranti in Italia

Forse dall’altra parte del Mediterraneo hanno adesso paura di noi, oppure forse già a fine febbraio la voce della presenza in Italia del Covid-19 si era sparsa lungo le affollate, fino a quel momento, spiagge della Libia.

Fatto sta che a marzo nel nostro paese si è registrato un insolito record: in 10 giorni, nessun migrante sbarcato. La cifra relativa al numero di approdi irregolari lungo le coste italiane in questa prima decade di marzo, è per l’appunto lo 0.

Un numero mai raggiunto, nemmeno durante la permanenza al Viminale di Matteo Salvini, nemmeno nei mesi in cui il conteggio dei barconi arrivati in Italia mostrava costanti ed importanti decrementi.

Eppure fino a poche settimane fa la situazione era completamente diversa: il trend tendeva sempre più verso l’alto, a febbraio si è sforata soglia 1.000, con complessivamente 1.211 migranti arrivati lungo le nostre coste a fronte dei 60 dello stesso mese del 2019. In pratica, un aumento del 900%, un’enormità considerando soprattutto che nei mesi invernali raramente, a parte durante gli anni della crisi migratoria tra il 2015 ed il 2017, sono state raggiunte queste cifre.

L’ultima nave Ong ad approdare è stata la Sea Watch 3, il mezzo usato dall’omonima Ong tedesca fatto attraccare, tra le polemiche del governo regionale siciliano, il 27 febbraio scorso a Messina. In quel momento il nostro paese stava entrando nella fase più critica dell’emergenza coronavirus, ma ancora non c’erano particolari misure restrittive valevoli per tutte le regioni. I migranti a bordo della nave tedesca sono stati messi in quarantena in una ex caserma ritenuta tra le meno sicure, mentre l’equipaggio è rimasto a bordo del mezzo ed è tuttora lì in attesa che finisca il periodo di quarantena.

Dopo quel giorno, non è sbarcato più nessuno. Ciò che desta più impressione, è che in generale il Mediterraneo centrale sembra essere sparito dalla mappa dell’immigrazione: da quando l’Italia ha iniziato la gravosa e triste conta dei contagiati, non solo non è sbarcato più nessuno nel nostro paese ma non è nemmeno partito alcun barcone dalla Libia. Alarm Phone, il newtork telefonico che costantemente segnala la presenza di gommoni e mezzi con migranti a bordo in difficoltà, non ha più lanciato tweet di allarmi.

L’attenzione si è spostata improvvisamente verso il Mediterraneo orientale, lì dove proprio ad inizio marzo hanno trovato prime parziali attuazioni le minacce di Erdogan di mandare migliaia di migranti allo sbaraglio verso la Grecia.

Evidentemente in Libia sono molto attenti a quanto accade in Italia. Ed i trafficanti sanno che per ora non è il momento di mandare migranti nel nostro paese. Non certo per scrupolo: chi organizza i viaggi della speranza sfrutta ed abusa sistematicamente delle persone che poi vengono spedite in mezzo al mare a rischiar la vita, difficilmente quindi gente del genere si crea poi il problema di un loro eventuale contagio da coronavirus in Italia.

I trafficanti, molto più probabilmente, sanno che non ci sono le condizioni per continuare il proprio funesto business. In un contesto in cui migranti ed equipaggi delle Ong vengono messi in quarantena, gli “affari” per i gruppi criminali operanti lungo le coste libiche potrebbero al momento non essere così redditizi.

Lo 0 nella casella degli sbarchi di marzo suona come non casuale, è al contrario figlio ovviamente delle condizioni attuali in cui versa il nostro paese.

Ma mostra pure, tra le altre cose, come il flusso migratorio non sia affatto spontaneo e le sue dinamiche siano ben tenute in mano unicamente dai trafficanti di esseri umani i quali, a seconda delle condizioni, decidono dove e quando orientare la rotta dei barconi.

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