Coronavirus

Spiagge, il Veneto si organizza: ecco tutte le ipotesi

Lungo le coste del litorale veneto, da Jesolo a Bibione, da Eraclea a Caorle, ci si sta attrezzando per far ripartire la stagione. Sarà un turismo diverso

Una foto di Jesolo, estate 2018
Una foto di Jesolo, estate 2018

Il governo non decide. Prende tempo. Tergiversa. Sette task force per far ripartire il Paese e se al turismo non ci pensa nessuno, ci pensano loro gli albergatori stessi. Dato che ad ora, ancora, zero risposte. In campo ci sono 550 albergatori di tutta la costa veneta, la Regione e le Ulss di competenza, e l’obiettivo è far ripartire il turismo. Convivendo con il Coronavirus. “Servono regole per la balneazione e la gestione delle spiagge – ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia - la Germania ha chiuso tutto fino al 31 agosto, bene, vorrà dire che ospiteremo noi i tedeschi”.

La Regione infatti intende mandare un protocollo al governo studiato con l’azienda sanitaria e con i rappresentanti di categoria per stabilire delle regole chiare e condivise. Oltre a chiedere di posticipare l’inizio dell’anno scolastico e allungare così la stagione. Intanto alcune proposte sono state mandate alle aziende sanitarie delle zone turistiche.

Gli albergatori scesi in campo si sono attivati con un grande seminario online, organizzato da Alberto Maschio, presidente Aja e di neo coordinatore di Federalberghi Spiagge Venete, di circa due ore, tenutosi giovedì scorso dal titolo: “Turismo – The Day After”, che già il nome lascia intendere che si attendono risposte per il turismo del futuro. Cambieranno molte cose o forse no, andremo al mare con le mascherine, alcuni forse non ci andranno proprio, lavoreranno, non avranno soldi, ma se si vuole ripartire ci vuole un po’ di coraggio e tanta innovazione. È il tempo delle idee, di lasciar la finestra aperta in una stanza dove circoli l’aria. È il tempo di reinventarsi, di riproporsi, di sperimentare cose che mai sarebbero state nella nostra immaginazione.

E quindi sì al distanziamento tra gli ombrelloni, di almeno sei metri, sì al cibo consegnato direttamente alle postazioni dei bagnanti, ombrelloni e lettini distanziati anche nelle spiagge libere, controlli, percorsi dedicati e no invece alle barriere in plexiglass. A Jesolo il sindaco Valerio Zoggia ha proposto un’app per consentire l’accesso in spiaggia solo su prenotazione. La Confcommercio invece San Donà Jesolo ha in mente un’app per prenotare il posto al ristorante, al bar, per i servizi alla persona e per la gestione del take-away, direttamente da casa. “Un’app di estrema necessità – spiega il presidente Angelo Faloppa – in un tempo che prevede l’impossibilità di avere assembramenti di persone”. La capienza dei locali infatti sarà ridotta ed è necessario non farsi trovare impreparati. Il nuovo portale di fatto esiste già ed è www.stacasa.it che contiene l’elenco delle attività che svolgono servizi di consegna a domicilio e il progetto di marketplace per la piccola distribuzione in fase di studio e che sarà messo in rete fra qualche giorno. Insomma tutti connessi, tutti organizzati.

A Bibione poi che gode di una spiaggia ampia ed estesa, si stanno studiando posti per ciascun ombrellone di 54 metri quadri, praticamente come avere un appartamento, oltre a estenderla e attivare così 7 mila ombrelloni. “Vedrete che alla fine – ha detto l’assessore regionale al Turismo Federico Caner – sapremo trasformare le contingenze del momento in nuove opportunità e servizi. Considerato che dal governo non arrivano risposte saremo noi a realizzare il protocollo. E lo faremo subito per poter riaprire in sicurezza gli hotel e la spiaggia. Gli operatori devono essere messi nelle condizioni di fare il proprio lavoro, nel rispetto della sicurezza dei lavoratori e degli ospiti”. Più sindaci comunque del litorale veneto, lasciati in balia delle onde, sono preoccupati per la preparazione delle spiagge.

“Se le disposizioni sono ancora troppo restrittive – spiega il sindaco di Cavallino-Treporti Roberta Nesto – non riusciremo ad avere le spiagge pronte per quando potrà partire la stagione”. “Gli operatori turistici sono preoccupati per i bilanci e le rassicurazioni da dare ai dipendenti – concorda Valerio Zoggia, sindaco di Jesolo –. Tuttavia dobbiamo essere prudenti sulla partenza. Ricordiamo che solitamente la stagione inizia a maggio, per il momento abbiamo ancora un po’ di tempo davanti. Se la riapertura sarà concessa da fine maggio, primi di giugno, avremo il tempo per sistemare le spiagge”.

“La situazione di emergenza sanitaria – dice il coordinatore di Federalberghi Spiagge Venete – (che di certo non è ancora passata, ma perlomeno è cambiata, con alcuni segnali positivi) è diventata di incertezza per il futuro prossimo e gli imprenditori hanno bisogno di sapere cosa succederà dopo il 3 maggio, o almeno avere delle indicazioni.

C’è la necessità di avere una visione su quello che sarà il turismo per così dire il giorno dopo, perché è chiaro che sarà un turismo diverso e che dovrà necessariamente tenere conto dell’aspetto sanitario”.

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