Guerra in Ucraina

Aerei schierati sul fianco est: ora si muove la Nato

Aerei da caccia in Romania e nel Baltico, truppe in Polonia e Bulgaria, la Nato in questi giorni ha rafforzato il suo fianco orientale per rassicurare gli alleati e come deterrente

Aerei schierati sul fianco est: ora si muove la Nato

Mosca ha rotto gli indugi e cominciato il suo attacco all'Ucraina. Quanto temuto, ma ampiamente previsto dalle nostre colonne, è accaduto riportando la guerra in Europa dopo una parentesi durata poco più di venti anni, da quando cioè l'Alleanza Atlantica ha colpito la Serbia nel 1999.

Attualmente l'invasione russa è in corso secondo quattro direttrici principali: dalla Crimea, dal Donbass, da Kharkiv e dalla Bielorussia verso Kiev. Si segnala anche uno sbarco anfibio nella zona di Odessa ma non è confermato; opzione comunque altamente probabile per considerazioni di tipo strategico. Mentre gli occhi del mondo guardano a Kiev, è bene ricordare quello che, nelle scorse settimane, ha fatto la Nato per rinforzare il suo fianco orientale in modo da rassicurare i suoi alleati e schierare un dispositivo militare che possa fungere da deterrente.

Nei giorni scorsi, come ha scritto Lorenzo Vita su Il Giornale, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, contestualmente all'annuncio delle sanzioni contro la Russia, ha dato ordine di rafforzare la presenza militare americana nel Baltico e nei Paesi più vicini alla Federazione Russa: il Pentagono ha inviato circa 800 soldati della 173esima brigata aviotrasportata stanziati in Italia, presso la base “Ederle” di Vicenza, nel Baltico, con voli che sono continuati anche nella notte mentre diversi caccia F-35A dell'Usaf sono stati spostati dalla base di Spangdahlem, in Germania, in Lettonia.
Elicotteri da attacco Ah-64 Apache sono in movimento verso l'Estonia per rafforzare il dispositivo militare Nato Enhanced Forward Presence (Nato EFP) che difende i confini nord orientali dell'Alleanza. Come già affermato da Vita, si tratta di movimenti che non alterano la proporzione tra le forze in campo, ma lanciano un chiaro messaggio di supporto nei confronti di quei Paesi membri della Nato che si sentono sempre più a rischio proprio per la vicinanza alla Russia.

Anche il meccanismo di Air Policing dell'Alleanza è stato rinforzato nelle scorse settimane: in Romania, ad esempio, dov'è già presente da tempo un distaccamento di Eurofighter Typhoon dell'Aeronautica Militare, sono giunti altri velivoli tedeschi dello stesso tipo. Diamo quindi uno sguardo generale a quello che è l'attuale schieramento delle forze della Nato in Europa Orientale.

Il sito specializzato The Aviationist ci ragguaglia sul dispiegamento delle forze aeree. Vi abbiamo già raccontato dei 4 bombardieri strategici B-52H giunti a Fiarford (UK) dalla base aerea Usa di Minot, che hanno effettuato diverse missioni, come quella nel Baltico ma anche un'inusuale visita presso l'aeroporto Leos Janacek di Ostrava, nella Repubblica Ceca.

Gli F-15C e D statunitensi del 48esimo stormo di Lakenheath, sempre nel Regno Unito, sono stati rischierati presso la base aerea di Lask nella Polonia centrale, il 10 febbraio scorso per migliorare la “posizione di difesa collettiva della Nato e supportare la missione di Air Policing”. Altri 6 F-15, ma della versione E da attacco (anche nucleare) dei 15 giunti dalla Carolina del Nord, dopo un primo schieramento a Lakenheath durato alcuni mesi sono stati dislocati per alcune settimane a gennaio presso la base aerea di Amari, in Estonia.

Gli F-16C dell'Usaf, presenti nella base area di Spangdahlem, sono stati riposizionati in Romania lo scorso 11 febbraio, di supporto ai Typhoon tedeschi e italiani. Un comunicato delle forze aeree rumene di questa mattina riferisce che sono intervenuti per intercettare, scortare e accompagnare a terra un Sukhoi Su-27 ucraino “fuggitivo”. Altri F-16 presenti ad Aviano (Pn), hanno effettuato almeno due missioni Cap (Combat Air Patrol) con munizionamento reale nello spazio aereo rumeno.

Quattro caccia spagnoli Eurofighter sono atterrati alla base aerea di Graf Ignatievo, in Bulgaria l'11 febbraio sempre a supporto dell'Air Policing Nato mentre 4 F-16 portoghesi insieme ad altri 4 polacchi e a 4 danesi sono giunti nei Paesi Baltici per la medesima missione.

I voli dei velivoli da ricognizione elettronica di vario tipo, siano essi i droni RQ-4 o i più grandi quadrigetti RC-135, ormai non si contano: da mesi la Nato (e la Svezia sul fronte baltico) sta attentamente monitorando (con sensori attivi e passivi) tutto il confine orientale dell'Alleanza dal Baltico sino al Mar Nero, senza dimenticare il Mediterraneo Orientale e quello di Norvegia al seguito delle esercitazioni aeronavali russe che si sono tenute in quei settori.

Per quanto riguarda le forze di terra la Nato ha rinforzato i suoi battaglioni di reazione rapida del Nato EFP già presenti nei Paesi dell'Europa Orientale, in particolare in Polonia, Romania e nei Baltici. Come riporta il Times, il Canada intede quasi raddoppiare la consistenza del suo dispiegamento in Lettonia, dove guida uno dei quattro gruppi tattici della Nato nella regione, con l'invio di altri 460 uomini, parallelamente a una fregata, aerei di sorveglianza, pezzi di artiglieria e un'unità di guerra elettronica. Ottawa ha anche messo in allerta 3400 soldati per unirsi alla forza di risposta rapida della Nato. Il Regno Unito ha già inviato altri 800 soldati in Estonia, mentre la Germania ha inviato altri 350 uomini in Lituania e si è detta pronta a schierarne altri se necessario.

Gli Stati Uniti, in generale, stanno inviando più di 3000 unità aggiuntive nell'Europa Orientale – ivi compresi gli 800 uomini della 173esima brigata aviostrasportata – insieme a unità di veicoli corazzati da combattimento Stryker che dovrebbero arrivare in Romania, Bulgaria e Ungheria.

Poco fa, il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha affermato che "In risposta all'ammassamento militare russo stiamo già rafforzando le nostre difese collettive di terra, in mare e nei cieli e nelle scorse settimane gli alleati nordamericani ed europei hanno mobilitato migliaia di soldati nella parte Est dell'alleanza e messo in stand-by altre truppe. Abbiamo oltre 100 jet in massima allerta che proteggono il nostro spazio aereo e oltre 120 navi alleate in mare dal Nord al Mediterraneo", andando così ad aumentare sensibilmente la presenza dell'Alleanza sul suo fianco orientale.

La situazione andrà attentamente monitorata, perché questo aumento di uomini e mezzi della Nato, a così breve distanza dalle operazioni belliche russe, porta con sé il rischio di incidenti tra le parti che potrebbero rapidamente degenerare.

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