Coronavirus

I casi di reinfezione: ecco i soggetti più a rischio

Tra gli oltre 232mila italiani che si sono infettati per ben due volte con il Covid-19, sono soprattutto due le categorie più esposte: ecco quali e perché

Covid, i casi di reinfezione: ecco i soggetti più a rischio

Anche se è vero che la pandemia Covid-19 è in fase di regressione ed il virus sta diventando endemico, sono ancora numerosi i casi di reinfezione tra persone che avevano già contratto la malattia una prima volta. L'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità mostra 232.818 italiani colpiti per ben due volte da Sars-Cov-2 dallo scorso mese di agosto.

L'identikit di chi si reinfetta

L’Iss ha identificato due ben precise categorie di persone maggiormente esposte, con una "sorpresa". Accanto ai non vaccinati, ovviamente coinvolti perché mai protetti con il siero anti-Covid, l'altra categoria molto esposta riguarda le donne e in particolar modo le docenti che lavorano in ambienti scolastici dove la circolazione del virus rimane ancora sostenuta. Al terzo posto di questa speciale classifica compaiono i guariti da più di 7 mesi, nei quali le difese anticorpali sono più basse e la variante Omicron sappiamo essere la più infettiva tra tutte quelle apparse finora. Inoltre, ad infettarsi due volte sono stati i vaccinati con una dose da più di 4 mesi, quelli cioé che si sono "pentiti" di completare il ciclo vaccinale e la fascia d'età compresa tra 12 e 49 anni. Fino a gennaio, invece, a riammalarsi maggiormente era stata la categoria d'età 20-39 anni (39% del totale delle reinfezioni), seguiti da chi ha tra 40 e 59 anni (34%).

Cosa succede con Omicron

In leggero calo rispetto a due settimane fa, gli ultimi sette giorni hanno avuto una percentuale di reinfezioni al Covid-19 pari al 3,1% dei contagi totali rispetto al 3,2% dei 14 giorni precedenti. Come detto prima, la variante Omicron ha fatto infettare milioni di persone in pochissime settimane fino a diventare dominante in Italia e in gran parte del mondo. L’Iss ha infatti precisato come sia "probabile che con l’aumento della circolazione della variante Omicron il rischio di reinfezione possa aumentare": a riportarlo è uno studio dell'Imperial College di Londra che ha evidenziato come la circolazione della variante Omicron "sia associata a un rischio relativo di reinfezione di 5,41 volte superiore rispetto alla variante Delta".

Le ricadute tra i camici bianchi

Sempre secondo lo studio condotto dai ricercatori inglesi, inoltre, la possibilità di contrarre due volte più infezione è più elevata nei no vax rispetto ai vaccinati con almeno una dose. Il nostro Istituto di Sanità ha certificato circa 21mila casi di nuove infezioni nei soggetti non immunizzati tra metà dicembre e metà gennaio a fronte dei 2.800 casi tra i vaccinati con almeno una dose e 65mila tra coloro i quali hanno fatto il vaccino dopo la prima diagnosi.

Inevitabilmente, molto altre anche le renfezioni tra gli operatori sanitari: gli ultimi numeri fotografano una situazione italiana con oltre 4mila casi in un mese a fronte di 37mila prime diagnosi.

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