Delitto di Garlasco, condannato ex maresciallo dei carabinieri: "Ha dichiarato il falso"

L'accusa è quella di aver dichiarato il falso

Delitto di Garlasco, condannato ex maresciallo dei carabinieri: "Ha dichiarato il falso"

Francesco Marchetto, ex maresciallo dei carabinieri, è stato condannato dal tribunale di Pavia a due anni e sei mesi di reclusione per falsa testimonianza in relazione alle indagini sull'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nella sua abitazione di Garlasco il 13 agosto 2007. Per il delitto è stato condannato in via definitiva a 16 anni il fidanzato Alberto Stasi, dopo un complicato iter processuale.

Il mancato sequestro della bici

Secondo l'accusa, Marchetto, comandante della stazione dei carabinieri di Garlasco all'epoca del delitto, avrebbe detto il falso in relazione agli accertamenti sulla bicicletta nera da donna che un testimone sosteneva di avere visto appoggiata al muretto della villa di via Pascoli in un orario compatibile con quello del delitto. In particolare, avrebbe mentito in un'annotazione di servizio in cui attestava la non somiglianza tra quella bici e un'altra nera da donna nella disponibilità della famiglia Stasi. Le sue parole portarono gli inquirenti a non sequestrare quest'ultima bici, influenzando, secondo la parte civile e l'accusa, le indagini che poi portarono a una doppia assoluzione, in primo e secondo grado, per Alberto Stasi.

"La sentenza del tribunale di Pavia conferma ancora una volta che le assoluzioni di

Stasi, prima della condanna definitiva, si sono basate su una testimonianza falsa, oltre che come già noto su una perizia incompleta", ha spiegato il legale Tizzoni.

Leggi di più sul caso Garlasco:

Chi era Chiara Chiara Poggi
Chi è Alberto Stasi
L'intervista di Stasi alle Iene
L'editoriale di Feltri a sette anni dall'omicidio

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica