Cronache

Delitto Meredith, è il giorno della verità

Parola alla Cassazione. In giornata la sentenza definitiva sul caso della studentessa inglese 22enne assassinata a Perugia nel novembre del 2007

Delitto Meredith, è il giorno della verità

C'è grande attesa per la sentenza della Cassazione sul caso del delitto di Perugia, la morte di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa la notte del primo novembre del 2007. Un omicidio per cui Raffaele Sollecito e Amanda Knox sono stati già condannati, poi assolti in Appello e, dopo la riapertura del processo davanti alla prima Cassazione, condannati dall'Appello bis, rispettivamente a 25 e 28 anni di carcere.

A decidere saranno i giudici della quinta sezione penale, presieduti da Gennaro Marasca. Sollecito, che oggi compie 31 anni, è in aula con la famiglia e la nuova fidanzata, Greta Menegaldo. "Festeggiamenti rinviati a tempi migliori", ha detto tra i denti papà Francesco. In caso di condanna, Raffaele potrebbe essere immediatamente arrestato. La Knox invece, a Seattle dopo la prima assoluzione, potrebbe non scontare mai la pena. Ci sono seri dubbi, infatti, sulla posibilità che gli Stati Uniti concedano la sua estradizione. Oggi ha 28 anni, lavora in una libreria, collabora come freelance per il “West Seattle Herald”, è fidanzata con un ex compagno di scuola e rocker, in odor di matrimonio e di maternità, e non ha alcuna intenzione di tornare in Italia. Negli Stati Uniti, infatti, non esiste il giudizio formale di Cassazione, e vige il principio del “Ne bis in idem”, per cui una persona non può essere giudicata la seconda volta per le stesse accuse. Di fatto, per gli americani, la prima assoluzione ottenuta potrebbe essere considerata più che sufficiente per ritere la Knox innocente.

Il processo si è aperto mercoledì scorso. Per il procuratore generale Mario Pinelli, che ha chiesto la conferma delle condanne dei due imputati (anche se le pene sarebbero da ricalcolare nei confronti di Amanda a 28 anni e 3 mesi e nei confronti di Raffaele a 24 anni e 9 mesi), il quadro ricostruito dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze il 30 gennaio 2014 "resiste ad ogni censura".

Ora ha preso la parola l'avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Sollecito che, come ha annunciato, sta puntando su due punti fondamentali la sua arringa finale: " l'assenza del dna di Sollecito sul gancetto del reggiseno della vittima e il fatto che per dieci giorni è stato il fidanzato di Amanda". Al termine della sua arringa e di quella dell'altro avvocato di Sollecito, Luca Maori, prevista intorno alle ore 12, i giudici entreranno in camera di consiglio.

Il verdetto è atteso in serata.

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