Coronavirus

Berlinguer: "Ecco perché ho deciso di sospendere Scanzi"

La giornalista ha spiegato ai telespettatori, in diretta su RaiTre, i motivi per cui ha deciso di evitare la presenza dell'opinionista alla trasmissione Cartabianca

Berlinguer: "Ecco perché ho deciso di sospendere Scanzi"

L’annuncio è arrivato in diretta su Rai Tre. È stata Bianca Berlinguer a spiegare ai telespettatori i motivi per cui ha deciso di sospendere la partecipazione di Andrea Scanzi a Cartabianca. “Lo avevo invitato in trasmissione – ha detto la giornalista – ma come sapete è finito al centro delle polemiche per aver ricevuto il vaccino saltando la fila; era una sua richiesta accolta dalla Asl di riferimento. Lo avevo invitato anche in questa puntata, è stato tutto l’anno con noi. Ma stando in isolamento, ho appreso che la Rai, e io non ne sapevo nulla, avrebbe investito il comitato etico della scelta di vedere se poteva essere confermato o no nella trasmissione. Per mia responsabilità, per mia scelta, ho deciso di sospendere la sua partecipazione a questa puntata, ne ho parlato anche con lui. Ma spero di riaverlo con noi presto a Cartabianca”.

Il caso Scanzi continua a far discutere. L’opinionista del Fatto Quotidiano, lo scorso 19 marzo, si era recato al centro vaccinale allestito ad Arezzo, facendosi inoculare una dose AstraZeneca presentandosi come “riservista” e in qualità di caregiver familiare, prima di molte altre persone che ne avevano diritto. Da qui sono scaturite numerose polemiche, sfociate con l’esclusione dalla trasmissione di Rai Tre che ha, addirittura, investito della vicenda la commissione per il codice etico della televisione di Stato. Già in precedenza, l'apertura di un fascicolo in Procura, le verifiche dell'Asl, le inchieste di Non è l'Arena su La7 e Il Tirreno, che hanno smontato la versione data dal giornalista, le critiche trasversali arrivate da colleghi come il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana e il direttore del sito del Fatto Quotidiano Peter Gomez avevano messo Scanzi spalle al muro.

In particolare, a mettere nei guai l’opinionista è stata soprattutto l’inchiesta condotta dal programma di Massimo Giletti Non è l’Arena. Evaristo Giglio, direttore sanitario di Arezzo, intervistato in trasmissione, ha spiegato che Scanzi "prima non era mai stato preso in considerazione, perché per quanto mi riguarda si poteva aspettare anche un altro mese o forse un altro anno. Da parte mia non c’è stata assolutamente nessuna forzatura da questo punto di vista. Quando mi chiamò il suo medico io gli dissi che prima di Scanzi ce n’erano tanti altri. Quindi lui poteva aspettare. Ma il medico di base del giornalista gli ha detto che Scanzi avrebbe aspettato, l’importante è che prima o poi fosse stato chiamato al momento opportuno. Ho ricevuto altre telefonate anche dallo stesso Scanzi, evidentemente gli hanno dato il mio numero. Mi ha detto, guardi, non so se il medico le ha accennato la mia situazione, io sono sempre disponibile quando voi potete. E io gli ho risposto che sarebbe passato del tempo, perché abbiamo altre priorità".

Anche Antonio D'Urso, direttore generale dell’Asl Toscana Sud Est, ha evidenziato le incongruenze della versione data da Scanzi, il quale ha cercato di difendersi sui suoi profili social e in Tv. "Ha dichiarato di essere un caregiver – ha evidenziato il dirigente – come ha fatto anche in alcune interviste in televisione. Il piano nazionale vaccinazione considera come caregiver le persone che sono indicate dalla persona disabile. Gli uffici stanno verificando questo". Ma, Scanzi non avrebbe in ogni caso potuto vaccinarsi come caregiver: "La vaccinazione con AstraZeneca – ha spiegato D'Urso – in questo momento è limitata ad alcune categorie: personale scolastico, militari e civili appartenenti alle forze armate e alle forze dell'ordine, persone tra i 70 anni e gli 80 da compiere.

Se Scanzi non aveva queste caratteristiche non poteva accedere alla vaccinazione".

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