Cronache

"Faccio fatica ad arrivare a fine mese", lo sfogo del pensionato

Residente in provincia di Terni un pensionato si è visto ridurre dall'Inps l'importo della pensione di cittadinanza, senza aver ricevuto delucidazioni sulle motivazioni: "Faccio fatica ad arrivare a fine mese, soprattutto adesso a seguito dei rincari energetici"

Uno sportello dell'Inps
Uno sportello dell'Inps

Vive con un reddito minimo, dopo la scomparsa della moglie avvenuto negli scorsi anni. E nonostante gli anni di lavoro, si è visto ridurre drasticamente l'importo della pensione in una fase storica particolarmente delicata ed influenzata dal "caro bollette". Protagonista della vicenda riportata da TerniToday è un pensionato umbro residente ad Amelia (un paese della provincia di Terni) che da ormai otto anni andrebbe avanti con la pensione di reversibilità della consorte che ammonta a 550 euro mensili. A seguito dell’istituzione della pensione di cittadinanza, ha potuto fruire di tale misura, in corresponsione di quanto percepito.

La somma viene accreditata, a scadenza mensile, su una carta elettronica o attraverso gli strumenti ordinariamente in uso per il pagamento delle pensioni. Già nel pre-Covid19 tirare avanti con una cifra del genere era tutt'altro che facile, tant'è che in un secondo momento l'Inps gli accreditò altri cento euro. “Ho presentato il mio Isee dall’importo di circa 4700 euro - le parole del diretto interessato - tutto ciò mi consentiva di poter fruire anche di buoni alimentari e del bonus affitto. Dopo averne fatto richiesta tre anni fa, mi è stata pertanto accreditata una somma ulteriore di 230 euro circa”. I problemi sarebbero però iniziati lo scorso inverno, proprio quando il carovita ha iniziato a farsi più evidente, prima di esplodere definitivamente dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

“Andando a controllare la ricarica ho notato che dai 230 si era passati a 90 euro. Così ho chiesto delle spiegazioni e, per tutta risposta, mi è stato risposto di attendere il mese successivo dove, effettivamente, sono tornato a prendere i 230 euro precedenti - ha proseguito il pensionato - dallo scorso marzo in poi però, mi vengono accreditati 40 euro. Ho tentato in tutti i modi di avere delle delucidazioni in merito e capire le motivazioni, senza mai ricevere tuttavia delle spiegazioni esaustive. Al contempo anche l’ammontare dell’Isee è incrementato quasi del 50%, dopo essere rimasto sempre lo stesso tra il 2019 e l’inizio dell’anno in corso”.

A preoccupare l'anziano non sarebbe quindi la riduzione degli assegni che percepisce, quanto l'impatto della stessa alla luce degli aumenti del costo della vita già concretizzatisi. Faccio davvero fatica ad arrivare alla fine del mese, a maggior ragione ora con i rincari energetici.

Cosa chiedo? – ha concluso l'uomo – semplicemente di capire cosa è successo e contestualmente ripristinare l’importo percepito dal 2019 all’inizio del 2022”.

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