Cronache

Fateci fare tutto, ma non i lavori di casa

Fateci fare tutto, ma non i lavori di casa

Driiiiin. "Chi è?" (chiede una voce femminile, ovviamente si alza una donna per rispondere al citofono). "Sono Elsa Fornero, mi fa entrare? Vorrei dare un'occhiata a suo marito". Dopo aver tassato la casa ora vogliono anche entrarci dentro per fare un blitz. "La conciliazione non è solo un tema femminile ma anche maschile: gli uomini dovranno fare di più in famiglia", parola di Elsa Fornero che, questa volta, ha deciso di farsi una "paccata" di fatti nostri. Per carità, in un momento di crisi come questo, l'osservazione del ministro del Welfare è legittima, ma la richiesta è quantomeno pericolosa.

Non scomodiamo ruoli ancestrali e sociologie arcaiche. Io ho sempre piegato a una mia particolare (e interessata) interpretazione la storia dei rapporti tra uomo e donna nella cornice domestica. Una versione dei fatti che non ha mai ottenuto nessun risultato, quindi posso anche cederla. Preistorica divisione dei ruoli: fin dai primordi l'uomo procurava il cibo (cacciando) e la donna lo cucinava. Oltre a non aver nessun suffragio storico, questa teoria regge molto poco: le donne non riescono proprio a cogliere la similitudine tra i banconi del supermercato pieni di innocui surgelati e una foresta popolata da fiere imbufalite.

Al di là dei generi sessuali di appartenenza, nell'"economia" della famiglia - e di quella fortunatamente non se ne occupa lo Stato - ognuno ricopre il ruolo a cui è più aduso. E' tutta una questione di opportunità, capacità e pace familiare. Sì, pace familiare.

L'arte della manutenzione della casa è un lavoro d'esperienza. E' tutta una questione di eterogenesei dei fini. Mica lo fai apposta. Tu cerchi di pulire la casa, ma poi ti accorgi che la stai solo distruggendo. E' anche una questione economica: in molti casi i costi superano i ricavi.

Pensate alle stoviglie: un servizio da 32 pezzi lavato da un uomo è una meteora che transita sull'altare della cucina. Nelle mani di una donna è votato all'eternità, pronto a passare di madre in figlia, di generazione in generazione. L'era della plastica ha preparato la strada a frotte di single. Le stoviglie usa e getta sono il paracadute che salva il genere maschile dalla morte di fame.
Un uomo medio con la spugna in mano davanti a un calice ha lo sguardo perso di un bambino che cerca d'infilare un rettangolo di legno dentro un cerchio. E alla fine opta per la soluzione più empirica: infilare mano e spugna dentro il bicchiere. In un sol colpo e con energia. Frantumandolo, però, ha qualcosa da rimproverarsi: "Eh, lo sapevo che questo cristallo non era resistente". Che poi è anche una questione di occhio. Quello delle donne è bionico, un microscopio ad altissima risoluzione che intercetta granelli di polvere e acari laddove tu rintracci solo un piano di legno lucido e pulito.

Le donne hanno i loro segreti che custodiscono gelosamente in pertugi sconosciuti della cucina: tipo tra lo scarico del lavandino e il muro. Lì, in quegli anfratti, si trovano scovolini di tutte le misure, spugnette di ogni materiale che carezzano senza graffiare i vari pentolami, detersivi dedicati a ogni genere di materiale. La cucina è un tempio e l'uomo un mercante. Si sa che il rapporto non è storicamente approvato dalle alte sfere.

Per non parlare del bagno. Un uomo sta alla pulizia del lavandino come Satana a un esorcista. E il letto? Una donna da sola riesce a rifarlo in dieci minuti. Un team di uomini con squadre, goniometri e righelli non riuscirebbe a dare armonia alle lenzuola neppure in mezza giornata. E, in molti casi, non ne vede neppure il bisogno: dopo poche ore sarà costretto a rifarlo. Il parquet? Un uomo medio, anche se usa come straccio un maglione in cachemire triplo filo, lascia solchi come un aratro.

Insomma, ministro, ognuno fa il mestiere che gli viene meglio.

E se non lo sa lei, che è ministro proprio in virtù delle sue capacità tecniche, dovrei mettermi io a lucidare i pavimenti? Intanto, per sciurezza, ci compriamo il grembiule.

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