Cronache

"Fermato pure dai vigili": la Raggi, Ciampi e la commedia dell'assurdo

La corsa del marmista, l'imbarazzo della Raggi e la farsa della scheggiatura: la commedia dell'assurdo a Roma per inaugurare largo Carlo Azeglio Ciampi

"Fermato pure dai vigili": la Raggi, Ciampi e la commedia dell'assurdo

L'immagine della targa coperta dal drappo giallorosso sul lungotevere Aventino resterà negli annali dell'amministrazione Raggi. Quella targa mai scoperta ma la cui incisione "Carlo Azelio Ciampi" si vedeva in trasparenza è forse il simbolo di quanto vissuto da Roma negli ultimi cinque anni con Virginia Raggi in Campidoglio. Ma al danno si è aggiunta la beffa, visto che il Comune di Roma aveva organizzato lo svelamento della targa in grande stile alla presenza di Sergio Mattarella e delle più alte cariche dello Stato. L'inaugurazione del largo intitolato a Carlo Azeglio Ciampi è avvenuta con la targa velata, sostituita solo in un secondo momento.

Nemmeno il regista più in forma avrebbe potuto scrivere una sceneggiatura più tragicomica di questa. Ufficialmente, infatti, il drappo giallorosso non è stato tolto perché, come annunciato dallo speaker, la targa si sarebbe scheggiata nel corso del trasporto. La verità è venuta presto alla luce ma tutto questo avveniva non solo davanti agli occhi attoniti di Sergio Mattarella ma anche alla presenza di Roberto Fico ed Elisabetta Maria Casellati, di Ignazio Visco, dell' ex premier Giuliano Amato e dei più alti vertici delle forze armate italiane. C'era anche il figlio di Ciampi, Claudio, mentre donna Franca era a casa: avrebbe dovuto seguire la cerimonia da casa.

E mentre sul lungotevere Aventino, che per qualche ora ha avuto uno slargo intitolato a Carlo Azelio Ciampi, si celebrava l'inaugurazione farsa, un furgoncino cercava di raggiungere quel luogo più rapidamente possibile. Come riporta Il Messaggero, era il marmista, che quando il capo del cerimoniale Roberto Sorbello si è reso conto dell'errore, è stato incaricato di rifare la targa in fretta e furia. L'obiettivo sarebbe dovuto essere quello di sostituirla prima della cerimonia o, quanto meno, prima che qualcuno potesse accorgersi del madornale refuso sul nome dell'ex presidente della Repubblica.

Ma la corsa è stata inutile, anche perché il marmista è stato fermato dai vigili urbani prima che riuscisse a raggiungere il lungotevere Aventino. In tutto questo, mentre davanti all'aplomb di Sergio Mattarella si compiva il drama dell'amministrazione Raggi e un ignaro marmista si scapicollava da una parte all'altra di Roma (che non è piccola) per evitare la figuraccia alla sua sindaca, in Campidoglio partiva la caccia al colpevole.

È stato individuato in un'addetta alla toponomastica. La signora verrà sanzionata e trasferita ad altri incarichi. È stata lei a inviare la mail al marmista col refuso da cui è nata una delle più assurde giornate di Roma.

Una commedia dell'assurdo che mai nessun regista o sceneggiatore avrebbe potuto immaginare, perché come spesso accade la realtà è più irreale dell'immaginazione.

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