Ci siamo, tra poche ore conosceremo tutto del governo Draghi, ma già quello che si intuisce - soprattutto in quanto ai programmi - ci fa dire che il gioco potrebbe davvero valere la candela. Il solo fatto di voltare pagina è una ventata di aria fresca in una stanza, quella della politica, che si era fatta asfittica. Ossigeno, di questo abbiamo bisogno per rimetterci in piedi. Basta interrogarsi sul futuro di Giuseppe Conte che peraltro è già scritto (un minuto dopo uscito da Palazzo Chigi sarà destinato all'oblio), chi se ne frega dei maldipancia di Di Battista, delle paturnie di Zingaretti e di tutto ciò che in queste ore attraversa e scardina le certezze dei partiti. Non mi appassiona neppure la retorica dei «patrioti» (la stessa usata dalla Resistenza) messa in campo dalla brava Giorgia Meloni per giustificare il suo legittimo «no» alla nuova avventura finalmente, almeno in teoria, basata sulla competenza dopo anni di cialtronaggine.
Al diavolo i destini personali e pure gli slogan, questo Paese ha il diritto di essere governato da competenti, onestamente non mi interessano oggi le distinzioni tra destra e sinistra. Abbiamo bisogno di soldi, progetti e vaccini e di una visione a medio e lungo termine. È una tempistica inconciliabile con i tempi della politica e delle aspettative dell'opinione pubblica? Può essere, lo è sicuramente se immaginiamo lo scenario del dopo Draghi, perché arriverà un dopo Draghi, uguale a quello pre. La scommessa è che Draghi sia anche l'occasione per mischiare le carte e costruire nuove opportunità politiche il cui spartiacque sia voler scardinare l'oppressione fiscale, le caste della giustizia e della burocrazia, tanto per fare qualche esempio.
Per questo è importante esserci, per aiutare Draghi a fare quello di cui sarà capace, ma anche per dare una nuova prospettiva alla propria azione che vada oltre vecchi stereotipi che il Covid e la crisi economica hanno violentemente spazzato via.
Quale? E chi lo sa, quella che si sarà capace di costruire nel mondo reale e non in quello virtuale dei social, in cui hanno sguazzato senza alcun costrutto i Toninelli, i Crimi, i Di Maio e purtroppo anche i partiti populisti e sovranisti. Torniamo a terra senza pregiudizi, in fondo veniamo proprio da lì e lì ci sentiamo al sicuro.
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